TORONTO – Potrebbe avere un “effetto domino” il successo dello sciopero della PSAC, che ha visto oltre 120mila dipendenti pubblici federali della Public Service Alliance of Canada mobilitarsi per giorni fino a vedere esaudite praticamente tutte le richieste fatte al governo federale. Adesso, anche i lavoratori sindacalizzati di altri settori, secondo quanto affermano gli esperti, potrebbero avanzare richieste simili.
In poche parole, il successo della PSAC potrebbe far “riscoprire” il diritto di sciopero, scatenando appunto un “effetto domino”, come ha dichiarato nei giorni scorsi Jock Climie, un avvocato del lavoro, a Canadian Press: “La realtà è che quando il più grande sindacato federale del servizio pubblico sciopera ed ottiene ciò che chiede, avrà un profondo impatto su ogni tavolo di contrattazione che verrà dopo di esso, non solo nel settore pubblico”.
Com’è noto, l’accordo è arrivato dopo che la presidente del Treasury Board, Mona Fortier, nel fine settimana aveva messo sul tavolo quella che aveva definito un’offerta “finale”: un aumento salariale del 12,6% in quattro anni, con effetto retroattivo al 2021, quindi molto di più del 9% in tre anni che il governo aveva lasciato sul tavolo della trattativa per la maggior parte dello sciopero, ma inferiore (leggermente) alla richiesta del 13,5% con la quale la PSAC si era presentata al tavolo stesso. Il Treasury Board offrirà inoltre a questi lavoratori anche una “indennità specifica di gruppo dello 0,5%” nel terzo anno dell’accordo, oltre ad un pagamento una tantum di $ 2.500. Accolte, inoltre, anche quasi tutte le altre richieste del sindacato sul congedo retribuito, il alvoro a distanza, l’equità occupazionale, la diversità e l’inclusione.
E se sono in molti a pensare che il governo federale abbia “calato le braghe”, la presidente del Treasury Board si difende: l’accordo con la PSAC costerà “solo” 1,3 miliardi di dollari all’anno, meno della metà delle richieste originali del sindacato, secondo Mona Fortier.
“Non è stato facile – ha detto Fortier – : abbiamo negoziato, siamo scesi a compromessi ed abbiamo trovato soluzioni creative. E dopo molti lunghi giorni, notti e fine settimana di duro lavoro, abbiamo raggiunto un accordo equo e competitivo per i dipendenti”.
In realtà, i problemi per il governo federale non sono ancora finiti: i 35mila lavoratori della CRA, la Canada Revenue Agency, proseguono lo sciopero: le due parti si sono incontrate anche lunedì, senza raggiungere un accordo. La stessa CRA ha dichiarato che l’agenzia ed il sindacato hanno ripreso i negoziati di persona, con “l’obiettivo di raggiungere il prima possibile un nuovo contratto collettivo, che sia equo per i dipendenti e ragionevole per i contribuenti”.
Forti del successo della PSAC, i lavoratori della CRA sicuramente non molleranno fino all’ultimo, certi a questo punto di poter ottenere quasi il massimo. E probabilmente lo stesso faranno, a ruota, anche i dipendenti di altri settori, adducendo lo stesso motivo: i salari non sono al passo con l’inflazione. Del resto, ormai c’è il precedente.
Nella foto in alto, alcuni manifestanti (da Twitter – @psac_afpc) e Mona Fortier (da Twitter – @MonaFortier)
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