Canada

Suicidio assistito,
basterà una depressione

TORONTO – Morire potrebbe diventare particolarmente facile in Canada: basterà una depressione per chiedere l’accesso all’eutanasia, cioè il decesso medicalmente assistito. Il Paese si sta infatti preparando ad espandere il suo spettro di suicidio assistito che diventerà uno dei più ampi al mondo: a partire da marzo, anche le persone la cui unica patologia è la malattia mentale potranno accedere alla morte. Così, il Canada sarà uno dei soli sei Paesi al mondo in cui una persona che soffre soltanmto di una malattia mentale e che non è vicina alla morte naturale può farsi aiutare da un medico a morire.

Le persone “interessate” dovranno semplicemente essere ritenute idonee da due medici che dovranno determinare se hanno una condizione irrimediabile che causa loro una sofferenza intollerabile e se hanno la capacità di comprendere la loro condizione, la decisione presa e le sue conseguenze. Ma è proprio questo il punto: come può una persona affetta da una qualsiasi malattia mentale essere in grado di prendere lucidamente una decisone simile?

A porsi la domanda sono molti medici, come Madeline Li, una psichiatra oncologica specializzata in cure palliative che ha messo insieme un quadro di morte assistita per la sua rete ospedaliera di Toronto. “Mi trovo a mio agio con la MAID (Medical Assistance In Dying, l’attuale legge sulla morte medicalmente assistita) per le persone che stanno morendo di cancro, ma sono molto meno a mio agio se penso all’espansione delle indicazioni… renderemo la MAID così aperta che sarà possibile richiederlo praticamente per qualsiasi motivo”, ha detto la dottoressa Li a CTV.

Più di 30.000 canadesi sono morti con l’assistenza medica da quando è diventata legale nel 2016, più di 10.000 nel 2021, pari al 3,3% dei decessi canadesi di quell’anno, secondo i dati ufficiali. La stragrande maggioranza di essi è stata ritenuta vicina alla morte “naturale”. Nei Paesi in cui lo spettro è più largo, le percentuali salgono: il 4,5% dei decessi nei Paesi Bassi e il 2,4% dei decessi in Belgio nel 2021 sono stati “assistiti”.

Ma, dicevamo, c’è chi chiede che l’allargamento dei “requisiti” venga ritardato, per evitare suicidi assistiti troppo facili o, addirittura, non motivati da malattie terminali, come nel caso delle persone – intervistate da alcuni media locali – che hanno riferito di aspirare alla morte medicalmente assistita perché non hanno un alloggio adeguato o supporti economici. Dunque, non per una malattia dolorosissima e terminale ma, semplicemente, per un disagio sociale. E comunque nemmeno la mallatia mentale diagnostica sembra poter giustificare l’accesso al suicidio assistito, visto che alcuni psichiatri contrari all’espansione dei requisiti affermano che è impossibile stabilire se una malattia mentale sia “irrimediabile”.

La platea degli esperti, però, è divisa. Jocelyn Downie, ricefrcatrice universitaria presso le Facoltà di Giurisprudenza e Medicina della Dalhousie University e membro del gruppo che stabilisce gli standard di pratica della MAID, ha affermato che mentre alcune persone che soffrono in modo intollerabile potrebbero soffrire di meno se avessero accesso tempestivo a cure o supporti, negare loro la morte medicalmente assistita non risolve il problema: significa solo farle continuare a soffrire. Come L.P. che – come riferisce CTV – soffre di anoressia e ha chiesto di essere identificata con le sue iniziali, spera di accedere alla morte assistita quando sarà disponibile. Senza di essa, ha detto, continuerà a soffrire fino a quando la malattia o il suicidio non la uccideranno. “La morte assistita sarebbe solo più dignitosa”.

Un portavoce del ministro della Sanità Jean-Yves Duclos ha affermato che il governo federale sta lavorando con le sue controparti per garantire “un quadro solido” quando la morte assistita sarà disponibile per le malattie mentali. La domanda sorge sponteanea: non sarebbe più solido un “quadro” in cui i malati di mente vengono curati e seguiti adeguatamente, piuttosto che appoggiati nei loro istinti suicidi? O forse costa troppi soldi?

La foto in alto è tratta da www.studiolegalecastagna.it

More Articles by the Same Author: