Canada

Sanità, fondi “differenziati”
dal governo alle Province

TORONTO – Emergono i primi dettagli circa le intenzioni del governo federale in vista del vertice fra il primo ministro Justin Trudeau ed i premier provinciali che da mesi chiedono più fondi per la sanità.

Ad una settimana dall’incontro – in programma il prossimo 7 febbraio – , il ministro federale della Sanità, Jean-Yves Duclos, ha infatti anticipato che il governo federale “lavorerà in modo flessibile” con le province sui termini di un possibile accordo di finanziamento dell’assistenza sanitaria.

In sostanza, secondo quanto affermato da Duclos qualsiasi nuovo finanziamento sarà legato al raggiungimento di “risultati migliori per pazienti e lavoratori”.

Inoltre, “non ci sarà un approccio unico per tutte le province”.

“Lavoreremo in modo flessibile con province e territori – ha specificato durante un’intervista a CTV – perché non si trovano tutte nella stessa situazione. Ci sono alcune province in cui l’accesso ai medici di famiglia è quasi del 90%, mentre in altre province è inferiore all’80%: dobbiamo lavorare con le province ed i territori per affrontare questo problema”.

I premier provinciali chiedono da tempo al governo federale di aumentare i fondi attraverso il Canada Health Transfer, portandoli dal 22% al 35%: circa 28 miliardi di dollari in più all’anno.

Soltanto pochi giorni fa, in realtà, il governo federale ha dichiarato di essere disponibile ad inviare più denaro alle Province, ma a determinate condizioni e secondo una serie di parametri da soddisfare, fra i quali: riduzione degli arretrati negli interventi chirurgici e nella diagnostica; investire nella salute mentale; modernizzare il sistema in modo che le cartelle cliniche possano essere condivise elettronicamente.

Il ministro Duclos non ha specificato se eventuali accordi di finanziamento arriverebbero con scadenze prestabilite entro le quali le Province dovrebbero fornire risultati, ma ha comunque riconosciuto che “l’assistenza sanitaria ai canadesi spetta alle Province che sono responsabili dell’effettiva erogazione dell’assistenza sanitaria ai propri cittadini e questo – ha concluso – è un lavoro difficile”.

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