Canada

L’inflazione scende ancora
ma arriva la nuova impennata
dei beni alimentari

TORONTO – Scende ancora l’inflazione in Canada, ma il costo dei prodotti alimentari subisce una nuova, preoccupante impennata. La conferma arriva dai dati pubblicati ieri da Statistics Canada che mettono in luce come a gennaio il costo della vita sia sceso al 5,9 per cento, un calo significativo rispetto al 6,3 registrato a dicembre. Stando all’Istituto nazionale di statistica, era dal febbraio del 2022 che l’inflazione non scendeva sotto la soglia del 6 per cento.

Funziona quindi, almeno in parte, la politica monetaria di Bank of Canada inaugurata lo scorso marzo, con il progressivo e continuo aumento dei tassi d’interesse per frenare l’aumento indiscriminato del costo della vita.

Per i consumatori canadesi, tuttavia, il calo dell’inflazione non viene recepito completamente, anche perché i beni che compongono il carrello della spesa hanno subito nuovi pesanti aumenti anche nel primo mese del 2023: il costo dei prodotti alimentari è cresciuto in media dell’11,4 per cento, in rialzo rispetto al già corposo più 11 per cento registrato lo scorso dicembre. I prezzi di pane, carne, pesce, frutta e verdura sono aumentati ancora e i cittadini in questo momento si trovano in una situazione che ne limita pesantemente il potere d’acquisto: da un lato fare la spesa è molto più caro rispetto a dodici mesi fa, dall’altro l’aumento dei tassi d’interesse voluto dalla Banca Centrale canadese ha provocato di conseguenza la crescita dei mutui a tasso variabile, delle linee di credito e di molte altre forme di prestito creditizio. Attualmente il tasso di sconto fissato da Bank of Canada è al 4,50 per cento, il più alto dal lontano 2007.

Insomma, si paga di più, con l’aumento dei salari che non tiene il ritmo dell’inflazione e con i costi legati all’abitazione – acquisto abitazione e affitti – ancora alle stelle. In controtendenza rispetto agli ultimi mesi sono i prezzi delle automobili, che per tutto il 2022 hanno subito un’impennata significativa a causa della mancanza di inventario: i prezzi sono scesi un po’ in tutte le province e questa tendenza dovrebbe irrobustirsi e consolidarsi anche nei prossimi mesi.

Va ricordato, in ogni caso, che l’aumento del costo della vita è stato un fenomeno che ha interessato tutti i Paesi occidentali lungo il 2022. L’inflazione è aumentata pesantemente in Italia, negli altri Stati dell’Unione Europea, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Tutte le Banche Centrali hanno adottato la stessa strategia di Bank of Canada per mitigare gli effetti dell’inflazione.

A contribuire in parte all’aumento del costo della vita sono stati poi alcuni fattori di carattere geopolitico, a partire dall’invasione russa dell’Ucraina che ha provocato grande instabilità a livello planetario e che ha fatto schizzare verso l’alto il costo dei prodotti energetici, in particolare quello del gas naturale e quello del petrolio.

Questo clima d’incertezza a livello geopolitico potrebbe, secondo gli economisti, alimentare anche una possibile recessione, con la contrazione della crescita economica sia a livello mondiale che a livello nazionale. In Canada gli economisti hanno già messo in conto un netto rallentamento del Prodotto interno lordo, anche se resta ancora da capire quanto durerà la recessione e soprattutto quanto sarà profonda.

Sullo sfondo resta l’attività del governo federale, che sta preparando la manovra 2023 con la quale dovrà attivare nuove misure per mitigare gli effetti dell’aumento dell’inflazione. Sul punto il ministro delle Finanze Chrystia Freeland ha già annunciato un pacchetto di misure a favore delle famiglie e dei lavoratori canadesi.

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