Canada

La banca centrale rialza
i tassi: canadesi ko

TORONTO – Il Canada si avvicina alla recessione, le famiglie sono in ginocchio ma la banca centrale “tira diritto” e domani annuncerà l’ennesimo rialzo del tasso di interesse. Ancora non si sa di quanto: 0.50 o forse 0.75. Di certo c’è che si tratta del sesto aumento da marzo: in pochi mesi, si è passati dallo 0,25 al 3,25 per cento, portando così alle stelle i costi dei mutui e dei finanziamenti a tasso variabile stipulati dalle famiglie canadesi.

Motivo: “la necessità di combattere l’inflazione”. Ma, almeno finora, la strategia della Bank of Canada è apparsa fallimentare: a settembre, il tasso di inflazione annuo è rallentato di pochissimi, assestandosi al 6,9 per cento, a tale rallentamento è stato determinato esclusivamente dal crollo dei prezzi del gas. I generi alimentari, invece, hanno continuato a salire, con il costo del cibo in aumento dell’11,4% rispetto ad un anno fa.

La scorsa settimana, anche il ministro federale delle Finanze, Chrystia Freeland, è stata costretta ad ammettere, di fronte all’evidenza dei fatti, che “per i canadesi sono tempi difficili. Le rate dei mutui aumentano e gli affari non andranno più a gonfie vele”, ha affermato Freeland, aggiungendo che “il nostro tasso di disoccupazione non sarà più al minimo storico”. Nonostante questo, la banca centrale canadese sostiene che il suo “lavoro” non è ancora finito. “C’è ancora molto da fare”, ha detto il governatore della Bank of Canada Tiff Macklem durante un discorso ad Halifax il 6 ottobre scorso.

La maggior parte delle banche commerciali si aspetta addirittura un altro, ulteriore, aumento dei tassi di interesse dopo ottobre, prima che la banca metta “in pausa” uno dei suoi cicli di aumento dei tassi più aggressivi della storia del Paese.

La strategia della banca centrale però non piace ad alcuni esperti di economia, né alle imprese, né ai consumatori. E, adesso, il fronte si sta allargando alla politica, finora rimasta silente. Il leader dell’NDP, Jagmeet Singh, ha scritto una lettera al primo ministro Justin Trudeau (pubblicata dal Toronto Star), nella quale auspica che la Bank of Canada smorzi il suo approccio aggressivo sui tassi, pur sostenendo che l’istituto è e dovrebbe essere indipendente. E scrive anche che il governo può fare di più per aiutare i canadesi a superare l’attuale tempesta inflazionistica, per esempio rimuovendo la GST dalle bollette del riscaldamento domestico e dalla consulenza sulla salute mentale. “Anche il tuo governo ha la sua parte di responsabilità”, ha scritto Singh a Trudeau, sottolineando inoltre che i salari dei lavoratori non hanno tenuto il passo con i persistenti aumenti dei prezzi dei beni di prima necessità. Nel frattempo, le cause di molti di questi aumenti – tra cui la guerra in Ucraina, i grovigli della catena di approvvigionamento e “l’aumento dei prezzi alimentato dall’avidità delle aziende” – sono fuori dal controllo dei canadesi.

Poi, intervistato su CTV, il leader dell’NDP è andato oltre, prendendo di mira direttamente la banca centrale. “Non c’è assolutamente alcun merito nel loro approccio”, ha detto Singh. “Dobbiamo combattere l’inflazione, ma se l’approccio della Bank of Canada non ha nulla a che fare con le cause profonde dell’inflazione e causerà solo dolore ai canadesi, allora dobbiamo chiederci perché è questo l’approccio che stanno adottando?”. Una domanda che le famiglie canadesi si stanno ponendo da mesi.

Nella foto in alto, la Bank of Canada (da www.bankofcanadamuseum.ca)

More Articles by the Same Author: