Canada

Il Pil canadese cresce
più del previsto, ritorna
l’ipotesi di rialzo dei tassi

TORONTO – Ma quale recessione. L’economia canadese gode di ottima salute e registra un clamoroso più 3,1 per cento nel primo trimestre del 2023: un dato significativo e sorprendente, che spiazza tutte le previsioni e che mette definitivamente da parte i timori alimentati da numerosi analisti economici su un possibile stallo e una probabile regressione del Prodotto interno lordo canadese.

L’istantanea scattata ieri da Statistics Canada mette in luce invece un’economia scoppiettante un po’ in tutti i principali comparti produttivi del nostro Paese, che hanno portato a un livello di crescita ben al di là delle aspettative più rosee. Il mese scorso si era creato un consenso da parte di un nutrito gruppo di economisti canadesi contattati dal prestigioso Bloomberg, secondo i quali i dati definitivi dei primi tre mesi del nuovo anno avrebbero registrato un più 1,8 per cento, un valore questo già molto più positivo rispetto a quanto si era messo in preventivo lo scorso autunno. Per Bank of Canada, invece, la crescita sarebbe stata leggermente superiore, attorno al 2,3 per cento, almeno secondo l’ultimo outlook presentato dal governatore della Banca Centrale Tiff Macklem. I dati definitivi di gennaio, febbraio e marzo dipingo uno scenario profondamente mutato. Il più 3,1 per cento è frutto anche della forte crescita delle esportazioni e il rimbalzo nel settore del mercato immobiliare.

Nel rapporto presentato ieri da Statistics Canada si sottolinea poi come un significativo cambiamento delle abitudini dei canadesi abbia contribuito all’irrobustimento della crescita: in sostanza, ci siamo davvero definitivamente messi alle spalle le restrizioni della pandemia di Covid-19 e siamo a tornati a spendere. Aumenta – scrive StatsCan – il numero di autovetture acquistate nel primo trimestre del 2023, così come crescono le voci di spesa relative alle vacanze, nel settore della ristorazione, nella spesa per i prodotti alimentari e le bevande. In crescita tutti i settori produttivi, mentre il mercato del lavoro continua a registrate tassi di disoccupazioni molto bassi con una discreta mobilità anche inter-provinciale.

Questo scenario economico porta con sé però anche delle incognite. Il prossimo 7 giugno, infatti, il governatore di Bank of Canada annuncerà le prossime decisioni sul fronte del tasso di sconto. Dopo otto aumenti consecutivi dei tassi d’interesse, a partire dal marzo del 2022, la Banca centrale ha deciso di mantenere invariato il costo del denaro. La strategia monetaria era stata inaugurata per porre un freno all’aumento fuori controllo dell’inflazione, in particolare dei prodotti alimentari e degli altri beni che compongono il carrello della spesa per i consumatori. Il progressivo aggiustamento ha avuto i suoi effetti sperati e il costo della vita, o meglio il suo aumento, ha subito un rallentamento significativo.

Secondo gli analisti, la presenza di una spinta economica molto forte al di fuori delle previsioni potrebbe far scattare ancora una volta la molla della prudenza da parte della Banca centrale: questo porterebbe – ma lo sottolineiamo ancora una volta, il condizionale è d’obbligo – a un nuovo ritocco del tasso di sconto, fermo ora al 4,5 per cento. Gli effetti del rialzo dei tassi ormai li abbiamo imparati molto bene in questi mesi, specialmente quelli diretti sui mutui a tasso variabile e alle altre forme di prestito creditizio: in sostanza pagheremo di più rispetto al passato.

Sulle prossime di Bank of Canada, tuttavia, non c’è un consenso unanime tra gli addetti ai lavori. La Banca Centrale, infatti, potrebbe anche decidere di non intervenire almeno fino al prossimo luglio, per avere un quadro più esaustivo delle varie dinamiche della nostra economia. Senza dimenticare che l’obiettivo dichiarato di Macklem è quello di riportare l’inflazione sotto controllo al 2 per cento: l’ultimo dato disponibile, quello di aprile, è di un’inflazione al 4,4 per cento rispetto al 4,3 di aprile.

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