Canada

Pierre Poilievre vola nei sondaggi
grazie all’effetto “ritorno all’ovile”

TORONTO – Continua la luna di miele tra l’elettorato canadese e Pierre Poilievre. Il nuovo leader del Partito Conservatore vola nei sondaggi, serra le fila nella destra federale e si prepara a dare battaglia al primo ministro Justin Trudeau forte di un consenso popolare in continua ascesa.

Dopo il sondaggio di martedì della Angus Reid, che certificava un vantaggio del 7 per cento dei tory sui liberali – un distacco che nelle intenzioni di voto non vedevamo in Canada da tre anni a questa parte – anche ieri è arrivato un nuovo studio demoscopico che mette in luce come i conservatori abbiano cambiato marcia rispetto ai grit del primo ministro. Secondo la Ipsos, infatti, se si dovesse tornare alle urne in questo momento la formazione politica guidata da Poilievre raggiungerebbe quota 35 per cento, con 5 punti percentuali di vantaggio rispetto al Partito Liberale. Stabile l’Ndp guidato da Jagmeet Singh, ancorato al 20 per cento e con pochissime prospettive di crescita.

Quello della Ipsos è il sesto sondaggio uscito dallo scorso 10 settembre – da quando cioè Poilievre è stato incoronato alla guida dei tory – che fotografa il sostanziale sorpasso della destra sui liberali. Una tendenza, quella registrata nelle ultime due settimane, che viene alimentata anche dal cambio di direzione imposto dallo stesso deputato di Carleton al Partito Conservatore.

Il dato più rilevante messo in luce dalla Ipsos e dagli altri istituti di ricerca, infatti, è il sostanziale svuotamento del consenso politico nei confronti del People’s Party di Maxime Bernier: scatta, in sostanza, l’effetto “ritorno all’ovile” per tanti conservatori che sotto la guida di Andrew Scheer e di Erin O’Toole avevano abbandonato il partito, giudicando la nuova direzione troppo moderata e appiattita sul modello dei liberali di Justin Trudeau.

La sterzata a destra di Poilievre, netta e inequivocabile, ha riaperto le porte del consenso a tantissimi elettori – nell’ultima tornata elettorale oltre 800mila – che avevano deciso di appoggiare Mad Max e la sua destra “dura e pura”, alternativa sia a Trudeau sia a un Partito Conservatore giudicato troppo moderato.

In questo contesto politico, quindi, si fa sempre più precaria la posizione del primo ministro, che nei prossimi mesi si troverà a dover governare un Paese travolto dell’inflazione, con una politica monetaria di Bank of Canada che sta provocando malcontento per il continuo rialzo dei tassi d’interesse – e quindi dei mutui – con una recessione ormai alle porte e con tutte le incognite legate all’arrivo dell’inverno in questo fine pandemia che potrebbe rivedere un ulteriore risorgere di casi di Covid-19.

Incognite, queste, verso le quali il governo di minoranza liberale non sembra attrezzato a dare risposte adeguate, anche per il precario equilibrio sul quale lo stesso esecutivo poggia in parlamento.

I liberali infatti non godono della maggioranza dei seggi alla House of Commons e il governo sopravvive solamente grazie all’accordo di desistenza con i neodemocratici, che di fatto garantiscono i voti necessari alla Camera.

Il primo ministro e il suo braccio destro Chrystia Freeland dovranno presentare a breve l’outlook economico fiscale d’autunno, una sorta di mini-manovra che getterà le basi per la Finanziaria della prossima primavera. Si dovrà stringere la cinghia,di conseguenza, mentre dall’altra parte della barricata Poilievre avrà mano libera nel contestare l’azione di governo e alimentare il malcontento.

Insomma, si sta creando la tempesta perfetta nella quale il leader liberale dovrà navigare a vista, in cerca di un porto sicuro, col rischio sempre più concreto di schiantarsi sugli scogli.

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