Canada

Danielle Smith, dall’Ovest
arriva una nuova minaccia
per Justin Trudeau

TORONTO – Justin Trudeau nei prossimi mesi dovrà fare i conti con la nuova minaccia politica che arriva dall’Ovest. La scorsa settimana l’United Conservative Party ha deciso di voltare pagina con l’elezione a leader di partito di Danielle Smith.

In Alberta quindi si è chiusa la controversa era Jason Kenney e la Smith, premier in pectore, promette di dare battaglia a Ottawa: la relazione tra la ricca provincia dell’Ovest canadese e il governo federale è ai minimi termini ormai da molto tempo e in Alberta il malcontento strisciante nei confronti dell’esecutivo ha favorito proprio la Smith nella sua corsa alla leadership. Il premier uscente Kenney, così come gli altri candidati alla guida dell’United Conservative Party, sono stati giudicati troppo moderati e attendisti nei confronti del primo ministro liberale. Smith invece, che ha alle spalle cinque anni di guida della formazione di destra Wildrose Party, ha in programma un’agenda di governo aggressiva e di rottura rispetto alla moderazione del passato.

Smith, 51 anni, diventerà il 19° premier della principale provincia produttrice di petrolio del Canada. Ha fatto campagna elettorale incentrata sullo slogan “Alberta First”, con la promessa di introdurre l’Alberta Sovereignty Act, che consentirebbe alla provincia di ignorare le leggi federali che non le piacciono e potrebbe riaccendere un movimento per separare il resto dell’Alberta del Canada. Dopo la mai completamente risolta questione quebecchese, con la minaccia di separazione della provincia francofona dal resto della confederazione, ora potrebbe svilupparsi anche il nodo autonomista dell’Alberta, una matassa difficile da sbrogliare.

Molti costituzionalisti dicono che i tribunali potrebbero bloccare la legge che, se approvata, potrebbe scoraggiare gli investimenti in Alberta.
Nello specifico, l’Alberta Sovereignty Act consentirebbe in linea teorica alla provincia di rifiutarsi di applicare specifiche leggi federali o politiche “che violano i diritti giurisdizionali dell’Alberta”.

Ciò potrebbe includere la regolamentazione federale di nuovi progetti energetici, la legislazione sui cambiamenti climatici, le politiche di vaccinazione e le leggi sul controllo delle armi.

Con questo provvedimento, l’Alberta vorrebbe di fatto raggiungere una sorta di indipendenza dal resto del Canada sulle sue politiche energetiche, un posizione chiaramente inaccettabile dal governo federale che metterebbe in difficoltà anche il leader dell’opposizione Pierre Poilievre.

Smith afferma che l’atto consentirà all’Alberta di far valere i suoi diritti costituzionali e proteggersi contro “l’eccessiva portata distruttiva di Ottawa”.

Se l’Alberta dovesse approvare la legge, potrebbe essere complicato per il governo provinciale votare su ogni atto legislativo federale con cui non è d’accordo e potrebbe scoraggiare gli investimenti nella provincia, ha detto alla Reuters Alan Ross, socio amministratore regionale di Borden, Ladner, Gervais a Calgary.

Smith, ex giornalista, è stata leader del Wildrose dal 2009 al 2014, anno in cui guidò una defezione di massa di Wildrose per unirsi al Progressive Conservative del premier Jim Prentice.

Gli elettori nel suo distretto elettorale, inferociti per il presunto tradimento, nominarono un candidato diverso per correre nelle elezioni provinciali del 2015.

Smith ha rilanciato la sua carriera con un periodo come conduttrice radiofonica critica e controversa. Nel picco della pandemia, Smith si è opposta alle restrizioni di salute pubblica, compresi i lockdown e gli obblighi vaccinali. È passato alla storia anche il suo diretto sostegno al movimento di Freedom Convoy, la protesta messa in piedi dai camionisti canadesi lo scorso inverno.

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