Canada

Canada, sanità a pezzi:
nuovo summit dei ministri

TORONTO – Da tempo, ormai, medici e infermieri chiedono ai vari governi provinciali di intervenire in modo massiccio per risolvere l’emergenza che affligge il sistema sanitario in ogni zona del Canada: pazienti senza più un medico di famiglia, emergency rooms prese d’assalto, carenza di personale negli ospedali. Un grido d’allarme che i vari premier, però, “girano” al governo federale, chiedendo a loro volta più fondi. Lo hanno già fatto quattro mesi fa, quando i ministri della Sanità delle province canadesi si sono riuniti a Victoria, chiedendo al governo federale di aumentare il Canada Health Transfer, il denaro che ciascuna giurisdizione riceve per l’assistenza sanitaria, dal 22% al 35%. Lo rifaranno oggi e domani, a Vancouver: lì, infatti si riuniranno stavolta i ministri della Sanità di tutte le 13 province e territori canadesi, insieme alla loro controparte federale, Jean-Yves Duclos.

Il ministro della Salute della British Columbia, Adrian Dix, afferma che il denaro extra è necessario poiché la B.C. sta affrontando un’infinita serie di problemi che vanno dalla carenza di infermieri e medici ai servizi di salute mentale. “Abbiamo bisogno che il governo federale sia il nostro partner in questo approccio”, scrive Dix in una nota. “Ciò significa avere una discussione seria sul Canada Health Transfer”.

La Canadian Medical Association, la Canadian Nurses Association e HealthCareCAN, che rappresenta varie organizzazioni e ospedali, hanno a loro volta unito le forze per spingere i ministri della Salute a trattenere i lavoratori attraverso incentivi e chiedono una strategia a livello canadese per raccogliere dati sulla forza-lavoro, consentire ai medici di ottenere più facilmente la licenza ovunque nel Paese siano più necessari e migliorare l’accesso alle cure primarie ed alle visite virtuali.

La reporter Camille Bains di Canadian Press ha raccolto le preoccupazioni delle associazioni di categoria. Secondo il dottor Alika Lafontaine (presidente della Canadian Medical Association) il crollo delle cure primarie si sta riversando in altre parti degli ospedali oltre ai pronto soccorso, così come nelle cure a lungo termine, a causa del taglio dei costi. “C’è il riconoscimento che siamo rimasti molto indietro rispetto alla domanda di servizi sanitari in ogni parte del Paese. In Ontario ci sono decine di milioni di servizi sanitari e migliaia di interventi chirurgici che sono stati ritardati”, ha affermato Lafontaine che spera “che l’incontro fra i ministri della Salute si traduca in una collaborazione in tutto il Canada perché le crisi in atto sono troppo grandi per qualsiasi giurisdizione. Se non agiamo, tutti i nostri sistemi continueranno a deteriorarsi. E penso che lo slancio all’azione ora sia dovuto a quanto gravemente stanno soffrendo i pazienti”.

Secondo quanto affermato da Sylvain Brousseau (presidente della Canadian Nurses Association), gli infermieri stanno lasciando il loro lavoro perché la loro salute mentale soffre a causa delle cattive condizioni di lavoro. Spesso si ritrovano a fare cose che non hanno nulla a che fare con la loro formazione, a causa della mancanza di personale d’ufficio e delle pulizie. “Gli infermieri svolgono il 48% dei doveri non infermieristici”, ha detto. “Quando chiedi a un’infermiera di pulire il pavimento perché qualcuno si è ammalato, beh… non spetta alle infermiere farlo”. Brousseau ha aggiunto che il tempo per le discussioni fra i politici federali, provinciali e territoriali è finito. “Abbiamo dialogato molto. Ora è il momento di agire”, ha detto. “Niente infermieri, niente sistema sanitario”.

Foto di Halcyon Marine Healthcare Systems da Pixabay

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