Canada

Contagi in aumento,
Elliott non si preoccupa
ma Ford è più cauto

TORONTO – Nessuna inversione di rotta. Non è andato a segno l’allarme lanciato dal direttore del Science Advisory Table dell’Ontario Peter Juni in seguito al costante aumento di contagi di Covid-19 nella provincia. Ieri sulla questione è intervenuta la ministra della Salute Christine Elliott che ha messo in chiaro che è tutto sotto controllo, il piano di riapertura non cambierà. “Un aumento dei casi è stato previsto con l’arrivo del freddo dal momento che le persone trascorrono maggior tempo a casa, e questo è stato preso in considerazione dalla provincia”, ha dichiarato.

Sono quindi cadute nel vuoto le parole del dottor Juni secondo cui il clima invernale e l’abolizione delle restrizioni provinciali in alcuni luoghi come stadi e ristoranti potrebbero essere alla base della crescita dei casi. Rivedere i limiti di capienza di arene sportive, ristoranti e altri luoghi prima che le infezioni salgano a livelli esorbitanti, secondo il direttore del Science Table, è una priorità. “La pandemia è ancora tra di noi”, ha tuonato il medico. “Al momento manterremo la tabella di marcia già decisa – ha tagliato corto la Elliott – ovviamente continueremo ad esaminare la situazione ogni giorno”.

Poi, nel pomeriggio è arrivato il contrordine: Ford ha sospeso “per cautela” la revoca in programma lunedì dei limiti di capienza di ambienti ad alto rischio come nightclub, strip club, ristoranti.

Insomma, sono queste le misure per contrastare il rialzo quotidiano dei contagi. Almeno per ora.

Di certo ci troviamo davanti a due modi completamente diversi di valutare la situazione: da un lato Juni che vede, come si suol dire, il bicchiere mezzo vuoto, dall’altro lato la Elliott che lo stesso bicchiere lo vede mezzo pieno. Mentre il primo indica la necessità di procedere con i piedi di piombo, la ministra tende a vedere lo stato delle cose in modo positivo e a non ritenere grave l’aumento di casi in corso.

Quel che è certo, secondo la ministra Elliott, è che anche se i contagi sono in salita, il tasso di vaccinazione relativamente alto – con l’85% della popolazione idonea che ha ricevuto entrambe le dosi – sta facendo la differenza con un minor numero di persone ricoverate in terapia intensiva.

Intanto ieri in Ontario sono stati segnalati 454 nuovi contagi di Covid-19 rispetto 441 di martedì e ai 378 di una settimana fa. La media, nell’arco di sette giorni, è ora pari a 502 nuovi contagi, in relazione ai 379 di mercoledì scorso. E proprio riferendosi al costante aumento di infezioni nella provincia Juni ha lanciato un avvertimento: “Questo è un campanello d’allarme che ci indica che stiamo seguendo una direzione sbagliata – ha detto il medico – la situazione è ancora abbastanza buona, ma non siamo sulla strada giusta”.

Così come accade nella comunità anche nelle scuole i contagi vanno verso l’alto: ieri i casi sono stati 119 rispetto agli 89 di mercoledì della scorsa settimana. A quanto pare il piano del governo per il rientro in classe dei ragazzi non ha riscosso il successo previsto: con le misure in atto nessuna scuola sarà costretta a chiudere per un focolaio di Covid-19 aveva detto il ministro dell’Istruzione Lecce. In realtà al momento sono 497 le scuole con più di un contagio, due delle quali hanno trasferito tutti gli studenti alla didattica a distanza proprio per il dilagare delle infezioni di Covid.

Qualche settimana fa il governo della provincia ha illustrato le varie tappe di allentamento graduale delle restrizioni sulla salute pubblica fino a quando, il 28 marzo, cadranno anche i requisiti di indossare la mascherina e quello dell’obbligo vaccinale.

Quel che sembra Ford non riesca proprio a digerire è l’obbligatorietà del vaccino: il premier ha infatti tergiversato per settimane e settimane prima di introdurlo per poter accedere a ristoranti, stadi, palestre, casinò e altri spazi ed ora non perde occasione per ribadire – e implicitamente rassicurare i no vax – che questa misura è solo temporanea e che appena possibile verrà annullata.

Mai come in questa pandemia è difficile prevedere cosa succederà domani.

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