Canada

Bank of Canada, tassi invariati
L’audizione dei colossi alimentari

TORONTO – Dopo un anno di continui rialzi, il tasso di interesse “chiave” finalmente si ferma. Ieri, infatti, Bank of Canada ha deciso di mantenerlo inviariato, pur chiarendo che è ancora pronta ad aumentare ulteriormente i tassi a seconda di come l’inflazione e l’economia progrediranno. In ogni caso, per ora il tasso ufficiale della banca centrale canadese rimane al 4,5%.

Lo stop arriva dopo che otto aumenti consecutivi hanno portato il tasso-chiave dallo 0,25% del marzo del 2022 all’attuale percentuale: un’operazione giustificata dalla Bank of Canada come tentativo di contenere l’inflazione dilagante. Ora che l’inflazione annuale in Canada è scesa dal picco dell’8,1% a metà 2022 al 5,9% a gennaio 2023, si può dunque tiorare il fiato.

Secondo la banca centrale, gli attuale elevati tassi di interesse stanno “lavorando” per scoraggiare la spesa delle famiglie, rallentare l’economia e dunque raffreddare le pressioni inflazionistiche. La stessa banca centrale , però, aggiunge che ci sono rischi per le prospettive di inflazione che potrebbero aumentare nuovamente le pressioni sui prezzi e giustificare un altro aumento dei tassi di interesse in un prossimo futuro. Molte le variabili da tenere d’occhio: il mercato del lavoro “molto stretto” del Paese e la crescita dell’occupazione “sorprendentemente forte” sono una fonte significativa di incertezza per le previsioni di inflazione; fattori globali come la guerra in Ucraina e la ripresa della crescita economica in Cina potrebbero a loro volta far aumentare ulteriormente l’inflazione. Quello che, invece, è certo è il continuo aumento dei prezzi dei generi alimentari, che continuano la loro ascesa nonostante il rallentamento della crescita dell’inflazione.

E proprio su questo si è svolto ieri l’atteso confronto fra i Parlamentari della Camera dei Comuni a Ottawa ed i CEO e presidenti delle  grandi catene di distribuzione alimentare.

I capi di Loblaw Cos. Ltd., Metro Inc. ed Empire Co. Ltd. – che gestisce catene tra cui Sobeys, Safeway e FreshCo – sono stati ascoltati dagli MPs della Commissione per l’Agricoltura della Camera dei Comuni, per completare lo studio in corso sull’inflazione alimentare: com’è ben noto ai consumatori, infatti, mentre l’inflazione complessiva ha mostrato segni di raffreddamento negli ultimi mesi, i prezzi degli alimenti acquistati nei supermercati sono aumentati nuovamente fino all’11,4% a gennaio, secondo quanto rilevato da Statistics Canada.

Molti fattori sono stati indicati come cause dell’aumento, dalle fragili catene di approvvigionamento, ai prezzi nettamente più alti di materie prime come grano e petrolio, in gran parte causati dall’invasione russa dell’Ucraina all’inizio del 2022.

Ma poiché l’impatto di questi fattori è diminuito con il passare del tempo, le principali aziende alimentari si sono trovate sotto un controllo crescente poiché i loro profitti sono saliti alle stelle. Collettivamente, i tre giganti alimentari sopra menzionati hanno realizzato profitti per oltre 2 miliardi di dollari nell’ultimo anno fiscale.

I dirigenti di quelle catene hanno senmpre affermato che le accuse di profitto sono infondate, sottolineando che mentre le loro vendite complessive sono effettivamente più elevate, i loro margini di profitto – o l’importo che guadagnano su ogni acquisto – sono più o meno allo stesso livello di sempre, cioè “ad una cifra bassa”.

L’audizione di ieri (che è ancora in corso mentre scriviamo l’edizione cartacea) è stata convocata per consentire ai membri del Parlamento di interrogare direttamente i capi delle catene sulla veridicità di tali affermazioni.

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