TORONTO – Anche un solo caso, uno soltanto, di abuso sessuale infantile in ambiente scolastico sarebbe di una gravità inaudita. Ebbene, dal 2017 al 2021 tali casi in Canada sarebbero stati 548. “Come minimo”, afferma l’inquietante rapporto realizzato dal Canadian Center for Child Protection che chiede un’azione del governo federale in proposito, visto l’incredibile numero di segnalazioni di abusi sessuali all’interno delle scuole del Canada. Abusi compiuti, tenetevi forte, dal personale scolastico: secondo lo stesso rapporto, infatti, sarebbero ben 252 gli operatori delle scuole elementari e superiori canadesi (fra insegnanti, bidelli, etc.) che hanno commesso o sono stati accusati di aver commesso reati di natura sessuale contro un minimo, appunto, di 548 bambini. Non solo: altri 38 membri del personale scolastico sono stati accusati penalmente di reati autonomi legati alla pornografia infantile.
I dati, che provengono da una revisione dei record disciplinari, delle fonti dei media e della giurisprudenza penale, mostrano oltretutto un aumento delle segnalazioni di abusi rispetto all’ultimo studio pubblicato nel 2018. Il fenomeno, dunque, è in crescita.
“La maggior parte dei sistemi coinvolti nella disciplina del personale scolastico non hanno un controllo indipendente e non sono pubblicamente trasparenti”, secondo il rapporto del Center. Inoltre, “vi sono spesso più entità disgiunte coinvolte nel processo senza che nessun organismo sia, in definitiva, responsabile”.
Un gruppo di recente formazione chiamato Stop Educator Child Exploitation (SECE), formato da “sopravvissuti” ad abusi sessuali “per mano del personale scolastico”, afferma che il mosaico canadese di politiche, pratiche e meccanismi di denuncia per le vittime necessita di una revisione.
Il gruppo ha pubblicato una propria serie di raccomandazioni per la riforma, fra le quali l’invito ad istituire enti nazionali o provinciali per trattare i reclami in modo più organico.
“Sebbene la maggior parte degli insegnanti siano persone oneste e premurose, nelle nostre scuole ci saranno sempre predatori sessuali”, afferma il rapporto SECE. E proprio da SECE arrivano testimonianze che la dicono lunga su quanto le scuole canadesi siano “sicure”. Anne-Marie Robinson, membro della SECE ed ex viceministro federale, la scorsa primavera ha raccontato alla CBC di essere stata vittima, quando era studentessa, di aggressione sessuale da parte di un insegnante di scuola superiore di Toronto e sottolinea come i meccanismi per segnalare le denunce di abusi siano inefficaci, spesso collegati a consigli scolastici o sindacati che in alcuni casi peggiorano le cose per le presunte vittime. “Si ha bisogno di un posto sicuro per segnalare gli abusi sessuali. Si ha bisogno di un posto e di persone di cui ci si possa fidare”, ha detto.
Il membro fondatore della SECE, Peter Hamer, ha a sua volta denunciato un insegnante violento nel 1986: il docente è stato trasferito in un’altra scuola di Ottawa dove ha abusato di altri studenti ed è stato condannato per aggressione sessuale soltanto 32 anni dopo. “Non esiste un unico database in Canada in cui siano conservati i nomi degli insegnanti che rappresentano un rischio per i loro studenti”, afferma il rapporto SECE.
Noni Classen, direttrice dell’istruzione presso il Canadian Center for Child Protection, afferma che i “sopravvissuti” che compongono il SECE stanno aiutando il Canadian Center for Child Protection. “Ci hanno spiegato cosa deve essere fatto nei sistemi scolastici, in base alle loro esperienze”, spiega la Classen. E aggiunge che i Ministeri dell’Istruzione di tutte le province canadesi dovrebbero essere “scioccati” dai risultati dello studio. Le famiglie, sicuramente lo sono. E una domanda, pensando a quei 252 + 38 operatori scolastici, sorge spontanea: come è stato possibile che tutta questa gentaglia sia stata assunta nelle scuole?
Foto di Ulrike Mai da Pixabay
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