TORONTO – Anthony Rota sfida Justin Trudeau. Il terreno di scontro è la controversa vicenda che ruota attorno al licenziamento di due virologi di origine cinese dal National Microbiology Laboratory, un laboratorio di massima sicurezza di Winnipeg dove vengono studiati virus letali come quello dell’Ebola. Questo braccio di ferro, che si sta sviluppando già da parecchie settimane, è passato un po’ sottotraccia in questi giorni, ma rischia nell’immediato futuro di sfociare in una grave crisi istituzionale tra il potere legislativo e quello esecutivo qui in Canada. Lo Speaker della Camera ha chiesto più volte al governo, durante i suoi interventi alla House of Commons, di consegnare la documentazione relativa al licenziamento dei due scienziati, Xiangguo Qiu e il marito Keding Chen.
Il primo ministro, dal canto suo, ha cercato di fare muro, di fronte alle pressioni del presidente della Camera appoggiato in questo caso da tutti i partiti d’opposizione, decidendo quindi di inviare la documentazione richiesta alla National Security and Intelligence Committee of Parliamentarians, una commissione del parlamento i cui componenti, vista l’importanza dei dati e dei temi sensibili discussi, sono tenuti a rispettare la segretezza.
La mossa non è affatto piaciuta a Rota che, è utile ricordare, è stato eletto nelle fila del Partito Liberale come lo stesso Trudeau: nei giorni scorsi gli assistenti legali dello Speaker hanno avvertito il ministro della Giustizia federale che la controversia verrà portata in tribunale.
Si tratta quindi di uno scontro istituzionale molto duro, dagli esiti incerti, che va a minare la stabilità di un governo, quello liberale, che non può nemmeno contare sulla maggioranza parlamentare e che ora rischia di ritrovarsi con divisioni e polemiche al suo interno.
Rota, durante un suo intervento alla Camera, ha ribadito che “il sistema legale non ha giurisdizione sulle operazioni della House of Commons. Noi siamo la nostra giurisdizioni”.
Esistono – ha poi aggiunto – delle pratiche parlamentari e delle procedure che devono essere rispettate, anche dal governo. E a sua avviso, in questo caso, l’esecutivo ha scavalcato e bypassato le prerogative del parlamento federale.
Ma la vicenda, al di là del braccio di ferro istituzionale, presenta molti elementi controversi. La Public Health Agency of Canada (PHAC) si è rifiutata sin dall’inizio di rendere pubbliche le ragioni del licenziamento dei due scienziati. Il presidente di questa agenzia, Iain Stewart, ha più volte dichiarato che la Canada Evidence Act gli impedisce di fornire informazioni sensibili a meno che non vi sia l’autorizzazione diretta da parte del ministero della Giustizia o della Corte Federale. Xiangguo Qiu e Keding Cheng, insieme a un gruppo di studenti e ricercatori cinesi, vennero allontanati dal laboratorio il 4 luglio 2019 senza alcuna spiegazione ufficiale, mentre il licenziamento venne annunciato nel gennaio del 2020. I due scienziati lavoravano nel laboratorio di livello 4, quello devono vengono studiati i virus più pericolosi per l’essere umano.
Secondo i dati raccolti dalla CBC, ci sarebbero delle prove riguardo l’invio da parte di Qiu di campioni di Henipavirus e del virus dell’Ebola dal laboratorio canadese di Winnipeg a quello cinese di Wuhan, la città dove secondo l’Organizzazione mondiale della sanità si sarebbe sviluppato il Covid-19 prima di diventare un’epidemia planetaria. Una circostanza questa che ha fatto nascere mille dubbi, alimentati anche dalla decisione del governo Trudeau di insabbiare la storia.
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