TORONTO – Mi ci sono volute un paio di settimane per connettermi finalmente con Abuna Padre Mario Cornioli (nella foto sopra). Lui dirige il Saint [Mar] Youssef Christian Community Center ad Amman in Giordania. Siamo riusciti a superare gli ostacoli tecnologici (e le mie incompetenze nei nuovi mezzi di comunicazione) ma, Inshalla, alla fine ho raggiunto Padre Mario, pochi giorni dopo le nozze reali del principe ereditario della Giordania.

No, non ero alla ricerca di un “confessore”. Ero incuriosito dalle storie dei successi del Centro da lui gestito. La nostra conversazione sarebbe stata istruttiva [per me] quando ero Ministro delle Risorse Umane e successivamente Ministro dell’Immigrazione. Quindi, si trattava più dell’ingegnosità applicata della diaspora italiana per aiutare i compagni cristiani [cattolici] sfollati a causa dell’intolleranza e della persecuzione derivanti dalla guerra in Iraq, in particolare dalla battaglia di Mosul otto anni fa.

I canadesi del Canada Atlantico si identificheranno immediatamente con il concetto di “insegnare ad un uomo a pescare per…” Dal punto di vista del governo, l’impulso, la vocazione e la motivazione di Padre Mario, radicate nella filosofia francescana del “giudizio basato sull’esecuzione di opere buone” (atti di altruismo), incarna quell’etica. Le sue opere lo renderebbero il partner ideale per la realizzazione di programmi governativi mirati allo sviluppo delle competenze, alla ricostruzione di un senso di autostima e di autosufficienza.

“Tutto ciò richiede disciplina, attenzione ai dettagli, ripetizione, correzione, riconoscimento/ricompensa ed uno sguardo rivolto al futuro”, dice Padre Mario con l’entusiasmo di chi condivide le conquiste degli altri sotto la sua guida. Avrebbe potuto aggiungere, “ed una rete di esperti nei settori rilevanti disposti a condividere e mostrare le proprie conoscenze”.

“Guarda, la realtà è che questi rifugiati sono un popolo orgoglioso. Apprezzano molto gli ‘spazi sicuri’ offerti loro dai Giordani. Quel gesto è letteralmente ‘salvavita’; tuttavia, non possono contare per sempre sulla carità degli altri – che non è né edificante né autosostenibile”, ha affermato. “Inoltre, la generosità finanziaria delle ricche democrazie [tra le altre] non sarà illimitata”, ha aggiunto Padre Mario.

Ho voluto notare che la Giordania è un’oasi di tolleranza e relativa apertura in un’area geoculturale con diverse strutture di valori. Una valutazione che Padre Mario ha condiviso: “Ma siamo qui perché i governi apprezzano il nostro impegno ad aiutare il nostro ‘prossimo [uomo o donna]’ ed a migliorare l’ambiente economico nella comunità”. Come? Non facendo massicci investimenti nella riconversione industriale, ha aggiunto, ma alimentando piccole e medie imprese (in Canada, potremmo chiamarle “industrie artigianali”) utilizzando il talento umano disponibile e le [spesso limitate] risorse locali.

Probabilmente mostrando la mia personale ignoranza, ho chiesto cosa ne potrebbe sapere uno come lui, di Sansepolcro, vicino ad Arezzo, in Toscana, delle “risorse naturali” di un arido regno mediorientale.

Non ha perso un colpo. “La qualità del materiale organico coltivato localmente per il consumo umano è eccellente. Abbiamo chiesto a cuochi e chef toscani (e non solo), italiani, di istituire centri di formazione per la nostra ‘clientela rifugiata’. Abbiamo allestito un ristorante. Mentre loro sviluppavano le loro competenze culinarie, abbiamo chiamato casari, sempre dalla Toscana, per addestrare altri a produrre i vari tipi di formaggi che il latte di pecora allevato localmente ci ha fornito”.

Nelle foto sopra: Padre Mario mostra il formaggio; alcune immagini dal ristorante

“Per noi, ha detto, si tratta di incrementalismo. I pastori locali hanno aumentato sia la produzione di latte che la disponibilità di lana. Hai indovinato, abbiamo introdotto la nostra rete di produttori tessili e designer di abbigliamento con le loro taglierine e macchinari per produrre abbigliamento per uso locale e regionale. Grazie ancora ad OpenAID Italia ed agli sponsor privati”.

Nelle foto sopra, la realizzazione e la vendita di tessuti e capi di abbigliamento

Sentendo che era a suo agio, mi sono avventurato con la domanda “mi sono perso qualcosa in questa oasi?”. Lui risponde vivamente, “Il nostro Centro Comunitario è ora sede del miglior ristorante di questa parte del Medio Oriente e produce il proprio gelato che serviamo con orgoglio [Signore perdonami] grazie alla formazione ed ai macchinari offerti generosamente dai miei corregionali della… Toscana”.

Nelle foto sopra, il gelato al ristorante del centro 

Il lettore immaginerà come va a finire. Matteo Renzi, ex sindaco di Firenze, Toscana (ed ex Presidente del Consiglio d’Italia; attuale Senatore nel Parlamento italiano ed ospite al matrimonio del Principe Ereditario) ha pranzato al ristorante del Centro Comunità Youssef di Padre Mario. Qual è stato il suo verdetto? Si mangia bene!

Il tweet dell’ex premier italiano Matteo Renzi da Amman in Giordania

 

Il gruppo di collaboratori e volontari con Padre Mario al Saint Youssef Christian Community Centre di Amman in Giordania

 

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