TORONTO – Il prossimo 7 febbraio il primo ministro Justin Trudeau incontrerà i premier canadesi a Ottawa per concludere un accordo sul finanziamento dell’assistenza sanitaria: un annuncio, fatto ieri dallo stesso Trudeau, che arriva dopo mesi e mesi di pressioni da parte dei premier di tutte le province e territori canadesi, che si trovano in gravi difficoltà nella gestione delle strutture sanitarie pubbliche.
“Siamo chiari, fornire denaro è certamente parte della soluzione, e lo faremo, ma i finanziamenti da soli non risolveranno i problemi che stiamo vedendo”, ha detto il primo ministro ieri ai giornalisti, parlando da Hamilton, Ontario, dove è in corso il “ritiro” del gabinetto di governo.
“Un’assistenza sanitaria pubblica affidabile e universale è fondamentale per i canadesi e dobbiamo mantenerla tale. Abbiamo un Paese grande e straordinario costruito su istituzioni forti e progressiste: all’assistenza sanitaria i canadesi tengono profondamente e stiamo facendo un duro lavoro per rafforzarla sanitaria e per assicurarci che tutti noi rispettiamo la promessa”.
I tredici premier canadesi, pur di diverse convinzioni politiche, sono uniti nelle loro richieste per un aumento del Canada Health Transfer annuale a province e territori. Vogliono quello che equivarrebbe a un aumento di 28 miliardi di dollari per il Canada Health Transfer, che secondo loro porterà il contributo federale ai costi sanitari al 35% dal 22% attuale. Con l’assistenza sanitaria che ora assorbe più di un terzo dei loro bilanci, i premier affermano che Ottawa deve contribuire maggiormente a questi costi in aumento, anche se molte province hanno registrato avanzi di bilancio negli ultimi mesi, come ha sottolineato il vice primo ministro e ministro delle Finanze, Chrystia Freeland: “La posizione fiscale di molte province canadesi è molto forte e penso che i canadesi si aspettino che le province utilizzino quella capacità fiscale per sostenere i sistemi sanitari da cui tutti noi dipendiamo”, ha affermato Freeland.
Trudeau ha affermato di essere comunque disposto ad aumentare i trasferimenti sanitari federali alle province, ma solo se accetteranno una serie di priorità condivise che migliorino l’assistenza ai pazienti e che diano “risultati tangibili”. Ma quali priorità? Lo aveva già spiegato la scorsa settimana il ministro della Salute, Jean-Yves Duclos: ridurre gli arretrati e sostenere gli operatori sanitari, migliorare l’accesso alla medicina di famiglia, migliorare i servizi di salute mentale, aiutare i canadesi ad invecchiare con dignità e poi accordi per modernizzare e condividere i dati sanitari. Fino a poco tempo fa, i premier erano fermi nell’affermare che volevano più soldi da Ottawa senza vincoli. Ma la scorsa settimana il premier dell’Ontario Doug Ford e quello Quebec Francois Legault, che rappresentano le due province più popolose del Canada, hanno dichiarato che sarebbero disposti ad accettare condizioni, inclusa una maggiore condivisione dei dati sanitari.
La stessa Freeland ha sottolineato che il suo partito (liberale) ha assunto una serie di impegni di finanziamento sanitario durante la campagna elettorale del 2021, affermando che il governo federale “sarà fedele” a quelle promesse elettorali. Si tratta di $ 4 miliardi per aiutare a eliminare le liste di attesa, $ 3 miliardi in quattro anni per aiutare ad assumere 7.500 medici di famiglia, infermieri e infermieri e $ 400 milioni in quattro anni per espandere i servizi sanitari virtuali. Ad oggi, solo 2 miliardi di dollari di quelli promessi si sono concretizzati, per ridurre le liste d’attesa per interventi chirurgici e diagnostica. “Saremo fedeli a quegli impegni, è una promessa che abbiamo fatto ai canadesi”, ha assicurato la Freeland.
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