TORONTO – Dà un colpo al cerchio ed uno alla botte, il leader dell’NDP Jagmeet Singh: da una parte, presenta una mozione per invitare David Johnston (relatore speciale sulle interferenze straniere in Canada, nominato da Justin Trudeau) a farsi da parte, e per chiedere un’inchiesta pubblica (negata prima da Trudeau e poi dallo stesso Johnston), dall’altra ribadisce l’incondizionato appoggio al governo di minoranza dei Liberali. “Prima di mandare alle urne i canadesi, occorre ripristinare la loro fiducia nel processo elettorale”, è la giustificazione di Singh.
Com’è noto, l’ex governatore generale David Johnston, relatore speciale sull’interferenza straniera, ha pubblicato martedì scorso un rapporto che sondava l’entità dell’interferenza straniera da parte della Cina nelle ultime due elezioni federali canadesi: e, nel consegnare il rapporto, ha consigliato al governo di non andare avanti con un’inchiesta pubblica.
Sia Singh che il leader dei Conservatori, Pierre Poilievre, hanno contestato tale “raccomandazione”, continuando a chiedere al primo ministro Justin Trudeau di convocare un’inchiesta pubblica. E sia Poilievre che il leader del Bloc Québécois, Yves-Francois Blanchet, hanno sottolineato come Trudeau e Johnston siano amici e che i loro legami di lunga data siano troppo stretti per consentire a Johnston di essere imparziale su una questione così delicata come quella delle interferenze straniere in Canada.
L’NDP di Singh, a sua volta, ha presentato alla Camera dei Comuni una mozione per chiedere a Johnston di dimettersi e di aprire un’inchiesta pubblica, presieduta “da qualcuno che abbia il sostegno unanime di tutti i partiti riconosciuti alla Camera”.
Dopo aver presentato la mozione, martedì, la deputata dell’NDP Jenny Kwan ha detto alla Camera che Johnston deve dimettersi, a causa dei suoi legami con Trudeau e perché anche i membri della sua squadra sono in conflitto di interessi. “Siamo in una situazione in cui Johnston non gode della fiducia di tutti i membri di questa Camera per una serie di motivi, l’ultimo dei quali è la scoperta che il suo consulente legale ha fatto donazioni al Partito Liberale che sicuramente avrebbero dovuto essere segnalate” ha detto la Kwan. “La persona che sta guardando questi documenti deve essere una persona di cui tutti hanno fiducia. E mi dispiace dire che il signor Johnston non gode di questa fiducia”, ha aggiunto.
Poilievre, però, ha messo il dito nella piaga dell’NDP: perché Singh, che si lamenta tanto delle iniziative del governo Trudeau, non ritira la fiducia e lo fa cadere?
“Prima di mandare i canadesi a votare – ha replicato Singh – voglio assicurarmi che ci siano misure in atto, che vengano seguite raccomandazioni che rafforzino effettivamente la nostra democrazia. Voglio vedere le persone credere nel voto, voglio vedere le persone fiduciose nel votare e voglio ripristinare la fiducia dei canadesi in questo”. Trudeau, insomma, può continuare a dormire sonni tranquilli almeno fino al 2025.
Nella foto in alto, la House of Commons (dalla pagina Facebook “Parliament of Canada”)
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