Il Commento

Schivando proiettili
razzisti allo YCDSB

TORONTO – La regione di York ha la più alta concentrazione di persone di origine italiana in tutto il Canada. Più specificamente, nella metà occidentale della regione, nella città di Vaughan, circa il 40% dei residenti si identificava come italiano nel censimento del 2016. Si tratta di circa 130.000 dei 330.000 abitanti.

Se si crede ai rappresentanti politici di Vaughan, la città è il comune in più rapida crescita dell’Ontario. I numeri appena indicati non potranno che aumentare.

Non tutti sono felici. Non allo York Catholic District School Board (YCDSB). Gli italiani (non sono gli unici a preferire un sistema educativo su base cattolica) mandano i loro figli all’YCDSB in gran numero. La loro seconda scelta sembrano essere le scuole private, ovunque nella GTA.

L’YCDSB, come istituzione, sembra avere un problema con quella clientela italiana, per due ragioni. In primo luogo, alcuni dei suoi fiduciari esprimono apertamente un pregiudizio decisamente anti-italiano, manifestamente nei confronti dei loro colleghi del Consiglio. Un investigatore di terze parti (ingaggiato dopo più di un anno di discussioni e manipolazioni tra il direttore, il viceministro, il viceministro associato, il provveditorato e il ministro stesso) ha scoperto che il fiduciario Theresa McNichol aveva effettivamente esibito comportamenti di carattere discriminatorio nei confronti di cinque suoi colleghi per il singolare motivo che erano/sono “italiani”.

Theresa McNicol

Nella riunione del Consiglio del 26 settembre 2023, è stato deliberato che sarebbe stata censurata e che le sanzioni includessero l’interdizione dalla partecipazione e dal voto nelle Commissioni e nelle riunioni del Consiglio per la durata del mandato.

Carol Cotton ed Elizabeth Crowe, due fiduciari che rappresentano le aree di York dove gli italiani non sono la maggioranza prevalente, hanno sostenuto McNicol. Anche Jennifer Wigston e Angela Grella (una “italiana”) hanno sostenuto McNicol. Ambedue vengono elette da una zona di Vaughan dove l’elettorato è in maggioranza italiano.

Per legge, McNicol aveva 15 giorni per chiedere un riesame della decisione. Non ha sentito il bisogno di chiedere scusa ai colleghi, al consiglio o alla comunità. I suoi avvocati non l’hanno avvisata in tale maniera, lasciando intendere che avrebbe potuto invece intraprendere un’azione legale se il Consiglio non avesse revocato la censura e le sanzioni. La lettera è pubblicata sul sito del Consiglio.

Martedì, dopo una riunione a porte chiuse, alle 17:30 alcuni amministratori sono emersi per votare pubblicamente una mozione rivista. A questo osservatore è sembrato che l’abile mano del presidente, Frank Alexander, abbia tentato di strutturare una modifica che potrebbe piacere a coloro che vogliono veramente mantenere i migliori interessi dell’YCDSB in primo piano e al centro.

Non ha convinto i fiduciari sopra citati, anche se l’offerta di pace è stata accettata dai fiduciari Barbieri, Di Meo, Iafrate e Saggese che hanno aggiunto il loro consenso alla sua proposta di ammettere McNicol al Consiglio ma di escluderla dai Comitati dall’8 novembre in poi. Elaboreremo la(e) decisione(i) nelle analisi successive.

L’altra persona presente all’incontro era un rappresentante del sindacato OECTA locale: assomigliava molto il presidente del sindacato Mike Totten (non ci siamo mai presentati formalmente). Non è amico dell’educazione cattolica, né dell’YCDSB, a giudicare dalla sua propensione da attivista provocatore sin dall’inizio dell’anno – chiamava la polizia per scortare i genitori fuori dall’edificio dal momento che esprimevano idee contrarie alle sue.

Nella foto in alto, il direttore Domenic Scuglia ed il presidente Frank Alexander durante il meeting di mercoledì (foto dal canale YouTube del YCDSB)

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