TORONTO – I cattolici italiani sono, nella maggioranza, tra i più osservanti dei riti e dei rituali religiosi della fede cristiana [cattolica]. Formano le basi culturali della loro organizzazione giuridico-sociale, molti dei principi religiosi richiedono un pensiero e un comportamento che promuovano la dignità umana, la responsabilità e la coesione. Un Catechismo – una guida – fornisce un percorso di “comportamento morale” per i suoi aderenti (i fedeli).
Queste “regole” non cambiano semplicemente perché alcuni scelgono di non essere osservanti. Non sono previste sanzioni temporali per chi ha opinioni diverse da quelle accettate dalla congregazione dei “credenti”. I non osservanti semplicemente non fanno parte del collettivo. In una società democratica, cedono il diritto di partecipare a qualsiasi processo decisionale riservato costituzionalmente ai cattolici.
È un concetto che alcuni fiduciari/trustee e membri del personale amministrativo, cattolici, trovano difficile – o scomodo – da comprendere. L’ex premier Kathleen Wynne, non cattolica, sosteneva le scuole cattoliche ma pensava che “i loro giorni fossero contati”.
Oggi, dato che circa il 23% della popolazione canadese si identifica come cattolica – di gran lunga il gruppo religioso o areligioso più numeroso di canadesi in termini assoluti o percentuali – la sua previsione potrebbe realizzarsi solo se i cattolicofobici continuassero le loro incontrastate campagne di odio. O se gli amministratori cattolici manifestassero sprezzante disprezzo per i loro obblighi amministrativi e fiscali.
Prendiamo ad esempio il caso delle demolizioni di una scuola elementare, Regina Mundi E.S. nella zona Dufferin-Lawrence. Prima della fine di questa settimana la scuola ed il convento adiacente non saranno altro che macerie.
In un elaborato accordo di finanziamento, nel 2015 il Toronto Catholic School Board ha pagato circa 22 milioni di dollari per acquisire il convento per i suoi “obiettivi” a lungo termine. Aveva anche ricevuto circa 12 milioni di dollari dal Ministero dell’Istruzione per “ammodernare” la scuola elementare. Il progetto “è andato a rotoli”, come si suol dire, e qualsiasi progetto di costruzione associato a “scambio di terreni” ed esborsi in contanti è stato “sospeso”. Fino allo scorso febbraio, cioè, quando il TCDSB ha chiesto ed ottenuto il permesso di demolizione per abbattere i due edifici.
La settimana scorsa, il Dipartimento di Pianificazione della Città di Toronto non aveva ancora ricevuto una richiesta di costruzione accettabile. Forse si dovrà aspettare ancora un bel po’. Dal crollo di quello sfortunato progetto, la posizione finanziaria del provveditorato è passata da un surplus di 100 milioni di dollari ad un deficit strutturale di 58 milioni di dollari.
Quel che è peggio (se possibile), in quel periodo, la popolazione studentesca del TCDSB è scesa di poco meno dell’8%, passando da 89.923 a 83.026 alunni. È improbabile che le politiche “andare in rovina per il wokismo (go broke for woke)” del TCDSB attirino numeri di sostituzione da parte di genitori disamorati nel sistema scolastico pubblico che sono stufi dell’ideologia woke e della controcultura in consigli di istruzione confinanti o vicini.
Allora perché sostenere le spese della demolizione? Aspetta: dobbiamo mettere a disposizione dei parcheggi per gli insegnanti e gli educatori dell’asilo nido del liceo riconvertito, ora Regina Mundi E.S.
È per questo che abbiamo bisogno di un sistema scolastico cattolico?
Nelle immagini qui sotto, il sito in corso di demolizione (foto: Corriere Canadese)