Il Commento

Requiem per una macchina politica, Parte 2

TORONTO – Come se tutto fosse stato prestabilito, gli “strateghi” del partito [liberale] di Justin Trudeau hanno fatto trapelare una storia al Toronto Sun che delineava uno sforzo concertato da parte degli ex e attuali capi di stato maggiore dell’ufficio del primo ministro (Gerry Butts e Katie Telford) per “costringere” i membri del caucus a unirsi alla “macchina di Mark Carney”. Hanno reclutato un vicepresidente della Rogers Communications, l’ex ministro dell’industria Navdeep Bains, un “attivista” in tutto e per tutto che concerne il World Sikh Organization, nell’aiutarli a realizzare il compito.

Che il trio avrà successo nel suo progetto è quasi irrilevante. Se ci riuscissero, sarebbe la prima volta nella memoria vivente che un privato cittadino, non-eletto, diventerebbe Primo Ministro senza la minima qualifica legislativa per occupare posto nella Camera dei Comuni. Una questione costituzionale insignificante per Gerry, Katie e Nav le cui azioni, se vere, suggeriscono che hanno deciso che questo è un criterio irrilevante. Inoltre, a loro avviso, apparentemente non ci sono parlamentari qualificati tra quelli attuali in grado di ricoprire il ruolo. Potrebbero avere ragione: ci sono solo 158 soggetti (parlamentari, meno quelli che hanno indicato di non riproporsi) in circolazione.

Il signor Carney non ha detto sì o no, ma l’idea è di creare un’atmosfera di inarrestabilità, di inevitabilità attorno alla sua persona, in modo che fare qualsiasi altra cosa sarebbe in contrasto con gli interessi della Nazione. Penso che abbiamo già visto questo film.

Nel caso in cui, in un momento di debolezza, uno possa prendere in considerazione di proporsi per quel posto, ecco alcune sfide che il Partito ha pubblicato, giovedì 9 gennaio, affinché tutti possano vederle e analizzarle prima di decidere chi sarebbe un “degno sostituto” del [non] titolare. Ciò che emerge è un piano surrettizio per scoraggiare qualsiasi pretendente alla leadership, in modo che ci possa essere una transizione fluida dal Partito di Trudeau al Partito di Carney: è l’unica conclusione logica da trarre dal calendario che consente una “sfida” di sessanta giorni. Il 9 marzo 2025, verrà annunciato un vincitore – Carney o non Carney – 54 giorni da oggi.

Giusto per far capire a tutti, il Partito pubblicherà le regole del gioco solo 27 giorni prima del 9 marzo, quando sarà obbligato a “pubblicare le procedure di registrazione per un voto sulla leadership”, e non prima. Sembra che quella “data limite” sia l’8 febbraio – tre settimane da adesso, non prima. Tuttavia, solo i potenziali liberali che si sono registrati prima del 27 gennaio potranno partecipare/votare. Devono dimostrare di avere più di quattordici anni, di essere cittadini canadesi o residenti permanenti. Quanti ce ne sono adesso?

Tale elenco, se esiste, sarà disponibile per i candidati dichiarati intorno all’8 febbraio, a condizione che i candidati si registrino entro il 23 gennaio e versino un deposito di $ 350.000. La sfida è quindi duplice: trovare $ 350.000 che possano superare il “test dell’olfatto” di Elections Canada e reclutare abbastanza membri nei prossimi dieci giorni che forniranno la base per una campagna.

Forse Butts e Telford possono appropriarsi del merito per i “molti successi dell’era Trudeau”, ma solo Bains può garantire il numero di persone per il voto. Grazie al controllo della World Sikh Organization da parte della sua famiglia e alla sua influenza sui Gurdwara in tutto il Paese (venticinque solo in Ontario), presenta un’infrastruttura pronta all’uso per sconfiggere tutti gli sfidanti: il suo “team” è in grado di garantire che gli altri criteri di ammissibilità siano soddisfatti dai “membri”. Considerati gli stress di tempo, denaro e network richiesti, la scommessa sicura è che non emergeranno molti, se non nessuno, contendenti. Ma questo è il piano.

Da quando è stato scritto il Requiem di lunedì (parte 1), i presunti interessati [ministri e personalità] Domenic Leblanc, Melanie Jolie, Anita Anand, Steve MacKinnon si sono definitivamente ritirati dalla corsa a cui non hanno mai partecipato. Il ministro François-Philippe Champagne sta tergiversando e l’ex premier della Columbia Britannica Christie Clark sta implodendo. L’ex ministro Freeland sta tenendo per sé i suoi consigli. Altri due sono finora sfuggiti all’esame.

Quanto al signor Carney… cosa succederebbe se si tirasse indietro, ancora una volta?

In alto, Navdeep Bains e Justin Trudeau (foto da Twitter X – @NavdeepSBains)

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