Canada

“Quel fumo è tossico”:
l’allarme degli esperti

TORONTO – Quello che abbiamo sentito nelle ultime settimane a Toronto non è solo “odore di fumo”. C’è quell’acre “retrogusto” di plastica e, purtroppo, non è solo un’impressione: lo confermano gli esperti.

Secondo il dottor Michael Fitzpatrick, professore di Medicina presso la Queen’s University specializzato in Respirologia, il fumo esposto alla luce solare ed ai suoi raggi UV (ultravioletti) può creare una reazione chimica che si traduce nella creazione di benzene e formaldeide, che odorano di plastica bruciata. La reazione con i raggi UV può avvenire rapidamente, ha detto Fitzpatrick a Global News, ma il risultato dell’odore dipende dalla concentrazione di “composti organici volatili” che vengono rilasciati dal fuoco. Un mix che, certamente, non fa bene alla salute. La presenza di formaldeide nell’aria può causare irritazione agli occhi ed alla gola, mentre il benzene può causare sonnolenza, mal di testa e tachicardia. Non solo: il benzene – ha sottolineato ancora Fitzpatrick – può essere cancerogeno, anche se la maggior parte delle persone non sarà esposta ad una quantità sufficientemente elevata da essere preoccupante. Tuttavia, lo stesso Fitzpatrick consiglia di non uscire, se possibile, durante le giornate in cui il fumo è intenso oppure, se si esce, di indossare una mascherina e di tenere finestre e porte chiuse quando si è in casa.

Intanto, i residenti delle principali città del Canada e degli Stati Uniti stanno nuovamente sperimentando condizioni di smog e foschia a causa degli incendi in Ontario e Quebec. Toronto in particolare ha avuto, la scorsa settimana, una delle peggiori qualità dell’aria del mondo. E l’emergenza continua. Negli Usa, più di 100 milioni di persone sono in stato d’allerta per la qualità dell’aria dal Wisconsin al Vermont e fino alla Carolina del Nord mentre il fumo degli incendi canadesi continua a diffondersi verso sud. La qualità dell’aria su entrambi i lati del confine è stata compromessa da oltre 500 incendi attivi che imperversano in tutto il Canada. Alcuni incendi sono così fuori controllo che i funzionari non hanno altra scelta che lasciarli bruciare.

Ma perché è così difficile domarli? I massicci incendi che bruciano in aree remote, come alcuni di quelli che stanno attualmente bruciando nel nord-ovest del Quebec, non minacciano direttamente le persone, le infrastrutture, i bacini idrografici, quindi le risorse disponibili devono essere impiegate per altri incendi che invece minacciano la vita umana e le sue infrastrutture. “Ci sono sempre stati incendi che i vigili del fuoco canadesi non combattono. È costoso farlo e, in un certo senso, si scherza con la natura”, ha affermato Daniel Perrakis, uno scienziato dei vigili del fuoco del servizio forestale canadese. “Il fumo è un problema ma anche se volessimo fare qualcosa al riguardo, non sarebbe davvero chiaro come farlo. Stiamo parlando di vaste aree in cui non c’è accesso stradale, nessuna comunità”.

E poi c’è un problema di sicurezza degli operatori. “Ad alcuni degli incendi è stato permesso di bruciare perché sono troppo insidiosi perché i vigili del fuoco possano tentare di affrontarli. Questi roghi sono così grandi che non puoi davvero permettere a nessuno di avvicinarvisi: i venti si alzano, si muovono molto velocemente e possono intrappolare gli equipaggi”, ha detto alla CNN Robert Gray, un ecologista canadese esperto di incendi boschivi. E comunque, nonostante dieci Paesi del mondo abbiano inviato vigili del fuoco in aiuto del Canada, le risorse non bastano: i roghi sono troppi. Dei 522 incendi attivi nel weekend, ben 262 sono elencati come fuori controllo in tutto il Canada: in British Columbia, Alberta, Ontario e Quebec in particolare.

Nel frattempo, gli scienziati continuano a ribadire gli avvertimenti che gli effetti del cambiamento climatico sono arrivati, sottolineando che gli incendi boschivi, con le relative nuvole di fumo tossico da essi generate, diventeranno sempre più frequenti, perché l’innalzamento delle temperature e la siccità favoriscono il divampare di incendi. Con tutte le conseguenze del caso, fumo tossico in primis. “Le persone dovranno probabilmente abituarsi”, ha detto Perrakis. “Il cambiamento climatico è innegabile e, adesso, è il momento di pensare al futuro ed a cosa bisogna fare”. Prima che sia troppo tardi, se non lo è già.

In alto, Toronto avvolta dal fumo in una foto pubblicata su Twitter alcuni giorni fa da Toronto Public Health (@TOPublicHealth)

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