Papa, “extra omnes” il 7 maggio
CITTÀ DEL VATICANO – “Extra omnes”: sarà pronunciata il prossimo 7 maggio la storica formula in Latino alla quale segue la chiusura a chiave, “cum clave”, della Cappella Sistina: la data del conclave che eleggerà il successore di Papa Francesco è stata stabilita ieri mattina dai circa 180 cardinali presenti (quelli elettori sono 135, ma uno ha dato forfait per motivi di salute: il cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera), riuniti nella Congregazione Generale in Vaticano.
“Extra omnes”, cioè fuori tutti coloro che non sono ammessi alla riunione dei cardinali chiamati ad eleggere il prossimo Pontefice della Chiesa universale.
La Cappella Sistina è in realtà già chiusa al pubblico da ieri, per i preparativi, ma dal 7 maggio sarà letteralmente blindata. I porporati elettori, che sono quelli sotto l’ottantesimo anno di età, saranno isolati dal resto del mondo all’interno di questo scrigno d’arte e storia fino alla fumata bianca ed all’“Habemus Papam”, l’altra famosissima formula latina pronunciata dalla Loggia delle Benedizioni per annunciare al mondo la scelta del nuovo Papa.
In questi giorni sono ancora attesi a Roma alcuni porporati o perché provenienti dalle zone più lontane del mondo o per motivi di salute. Nella Città Eterna troveranno sistemazione a Casa Santa Marta, la Domus vaticana dove Francesco aveva deciso di vivere rinunciando all’appartamento papale.
La mattina di mercoledì 7 maggio concelebreranno tutti la solenne Messa “pro eligendo Pontifice”, la celebrazione eucaristica presieduta dal decano del Collegio Cardinalizio (il cardinale Giovanni Battista Re) il quale inviterà i confratelli a procedere nel pomeriggio verso la Sistina con queste parole: “Tutta la Chiesa, unita a noi nella preghiera, invoca costantemente la grazia dello Spirito Santo, perché sia eletto da noi un degno Pastore di tutto il gregge di Cristo”.
Poi, ci sarà la processione in abito corale verso la Cappella michelangiolesca, all’interno della quale i porporati intoneranno l’inno “Veni, creator Spiritus” e presteranno giuramento. La Sistina sarà allestita con i banchi per gli scrutini e la stufa dove saranno bruciate le schede delle votazioni. Il tutto, sotto il coordinamento del cardinal Pietro Parolin.
Come spiega Vatican News, per eleggere il Papa sarà necessaria una maggioranza qualificata di due terzi. Sono previsti quattro scrutini al giorno, due al mattino e due al pomeriggio, e dopo la 33esima o 34esima votazione, comunque, si passerà direttamente, obbligatoriamente, al ballottaggio fra i due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell’ultima votazione. Anche in questo caso, però, sarà sempre necessaria una maggioranza dei due terzi. I due cardinali rimasti in lizza non potranno partecipare attivamente al voto. Se per un candidato i voti raggiungono i due terzi dei votanti, l’elezione del Pontefice è canonicamente valida. A quel punto l’ultimo dell’ordine dei Cardinali diaconi richiama il maestro delle Celebrazioni Liturgiche e il segretario del Collegio Cardinalizio. Al neo eletto verrà domandato: “Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?” (“Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?”) e, a risposta affermativa, soggiunge: “Quo nomine vis vocari?” (“Come vuoi essere chiamato?”), domanda a cui risponderà con il nome pontificale. Dopo l’accettazione si bruciano le schede, facendo in modo che da piazza San Pietro possa vedersi la classica fumata bianca (che invece è nera quando dopo la votazione non c’è elezione). Al termine del Conclave, il nuovo Pontefice si ritira nella “Stanza delle Lacrime”, ovvero nella sacrestia della Cappella Sistina, indosserà per la prima volta i paramenti papali – preparati in tre taglie – con i quali si presenterà alla folla di fedeli richiamati in Piazza San Pietro dalla fumata bianca.
Dopo la preghiera per il nuovo Pontefice, e l’ossequio dei cardinali, viene intonato il Te Deum che segna la fine del Conclave. Quindi l’annuncio dell’elezione, l’Habemus Papam, l’apparizione del Papa, preceduto dalla croce astile, il quale impartirà la solenne benedizione Urbi et Orbi. E prenderà, ufficialmente, il posto di Papa Francesco.