TORONTO – Nuovo giro di vite a livello federale sull’obbligo vaccinale. A partire dal 30 ottobre tutti i dipendenti pubblici e chi viaggia in aereo, in treno o in nave dovranno essere vaccinati contro il Covid-19. Ad annunciare la svolta è stato ieri il primo ministro Justin Trudeau e la sua vice Christya Freeland, dando seguito a un provvedimento che era già stato presentato durante la campagna elettorale che ha preceduto il voto del 20 settembre.
Il leader liberale ha sottolineato come il governo abbia optato per la linea dura contro i dipendenti pubblici no vax: a partire da metà ottobre gli statali che non saranno vaccinati contro il Covid verranno messi in aspettativa non retribuita, anticamera del licenziamento.
Saranno accettate delle eccezioni – ha aggiunto Trudeau – per ragioni mediche e religiose, ma ogni richiesta verrà vagliata con la massima attenzione.
L’obbligo di vaccinazione riguarderà anche i dipendenti pubblici che lavoro da remoto – e che quindi non devono andare in ufficio – e i lavoratori di numerose agenzie parastatali.
Obbligo vaccinale anche per gli statali che lavorano nel settore del trasporto aereo, ferroviario e marittimo. In questo caso però la richiesta di vaccinazione obbligatoria viene estesa anche a chi usufruisce di questi servizi, cioè i passeggeri.
A partire dal 30 ottobre tutti i viaggiatori che hanno almeno 12 anni – e che quindi possono vaccinarsi con il Pfizer o il Moderna – dovranno fornire il certificato vaccinale che documenta l’avvenuta immunizzazione contro il Covid-19.
Ci sarà un limitato periodo finestra di quattro settimane nel quale al posto della certificazione sarà accettato il tampone negativo, per permettere a chi ha preso solamente la prima dose di completare il proprio percorso vaccinale.
Scaduto questo periodo, non ci saranno più eccezioni, se non per comprovati motivi medici.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione del provvedimento, inoltre, il primo ministro ha ribadito il proprio rammarico per non aver preso parte alle celebrazioni della prima giornata nazionale per la Verità e la Riconciliazione.
“Ho sbagliato e me ne pento – ha detto Trudeau – Il primo National Day of Truth and Reconciliation doveva essere una giornata nella quale gli indigeni e i non indigeni avrebbero dovuto riflettere e connettersi, pensare al passato per potersi focalizzare sul futuro”.
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