VENEZIA – Dopo il PhD all’università di Toronto e il lavoro infaticabile di giornalista e coordinatore dei primissimi numeri di questa pagina culturale, Johnny Bertolio ha, tra i molti impegni, avviato varie collaborazioni editoriali; quest’anno pubblica un manuale in veste di autore: “Le vie dorate: un’altra letteratura italiana da San Francesco a Igiaba Scego” per la prestigiosa casa editrice Loescher di Torino. L’ho raggiunto telefonicamente per farmi raccontare di questa nuova avventura.
Un’altra letteratura italiana ma non l’ennesima, possiamo dire, giusto? “L’intenzione è di offrire un manuale “altro”, “diverso” in tutti i sensi: il libro raccoglie i nomi più celebri della nostra amata letteratura, come Dante, Machiavelli, Montale, insieme ad altri spesso relegati ai margini (specialmente le donne) o considerati “minori” (come Collodi). Anche gli autori del canone sono analizzati da una prospettiva originale, per esempio osservando le relazioni tra la poesia e le arti figurative o l’opera lirica ottocentesca”.
A chi si rivolge questo libro?
“Il libro è pensato per gli studenti e le studentesse non madrelingua di livello intermedio o avanzato: universitari e anche adulti e adulte curiose di avvicinarsi alla cultura italiana attraverso vari percorsi tematici”.
Com’è nata la scelta dei brani antologizzati? E gli esercizi ad essi collegati?
“Alcuni brani sono stati scelte obbligate: come non inserire il primo canto dell’Inferno oppure L’infinito? I testi sono appassionanti, stimolano il dibattito e la scrittura argomentativa oppure servono per ripassare il lessico e le regole grammaticali. Gli esercizi puntano al coinvolgimento degli studenti: non note chilometriche o angoscianti parafrasi ma esercitazioni attive che guidano i lettori prima, durante e dopo la lettura, con gradualità”.
Che cosa cambia in questo testo? Troveremo ancora le brave mamme italiane – sfatte matronali fattrici – sorridenti ai fornelli?
“Le figure femminili che accompagnano i nostri “padri” letterari, come Beatrice per Dante o Laura per Petrarca, sono analizzate nel loro contesto storico. Al contrario, le donne sposate da quei poeti ci sfuggono, relegate appunto ai “fornelli” o al telaio; nelle opere troviamo spesso fantasmi femminili crudeli e giudicanti, che sembrano dominare i devoti maschietti, mentre sono pur sempre frutto della loro immaginazione. E poi ci sono le scrittrici, che la letteratura italiana vanta in ogni secolo, e non solo su temi “femministi”: Caterina da Siena, Vittoria Colonna, Grazia Deledda (premio Nobel), la sfuggente Elena Ferrante, per citarne alcune”.
La scelta di San Francesco in accoppiata con Igiaba Scego parla più di mille parole: perché un santo e una donna nel titolo?
“Le origini della letteratura italiana sono un nodo tutto da sciogliere: Dante ha creato un capolavoro di fantasia e di lingua ma non è che prima di lui ci fosse il vuoto. San Francesco, vissuto diversi decenni prima di Dante, è stato tra i primi a cogliere le potenzialità della lingua italiana, scrivendo una poesia in lode del creato che era anche musicata. All’estremo opposto, oggi, troviamo Igiaba Scego che ci ha raccontato la storia di Lafanu Brown, una pittrice nativa che dagli Stati Uniti al tempo della guerra civile migra nell’Italia da poco unificata e trova una sua via di successo, nonostante il razzismo e le difficoltà di donna, e di donna non italiana, a Roma. Queste due figure sono unite nel segno dell’Africa: San Francesco per aver predicato in Egitto davanti al sultano rischiando la vita, Scego per essere nata da una famiglia di origini somale”.
Da dove nascono queste “vie dorate”, una reminiscenza quasi pascoliana o il lacerto di un’aria barocca?
“Sì, in effetti Pascoli amava le citazioni letterarie per i titoli dei suoi lavori. Noi abbiamo deciso di scegliere un’espressione di Leopardi, riferita al paesaggio illuminato dal sole nell’allora piccola Pisa, piena di ville e giardini. Tutto il libro si presenta come un viaggio sia di autore in autore sia di città in città: ne abbiamo scelte cinque (Firenze, Venezia, Roma, Milano e Napoli) per presentarne i monumenti e, attraverso questi, le principali epoche storiche della letteratura italiana, dal Duecento a oggi”.
Non le solite riproduzioni di quadri e ritratti ma delle nuove, accattivanti illustrazioni…
“L’insieme delle immagini, delle cartine e dei disegni corrisponde a una precisa scelta editoriale. Ogni autore o autrice è presentata in stile social, con un immaginario profilo, i contatti seguiti o bloccati e una biografia per immagini. C’è poi un “meme” con una citazione ad effetto, vari esercizi con foto da descrivere e una scheda “Il troll” che mette in discussione etichette critiche ormai superate (tipo Alfieri preromantico, Leopardi pessimista ecc.). I ritratti sono opera di Marta Signori, ispirati a ritratti veri e, forse, meno noti al pubblico all’estero: il disegno di Dante è ispirato a quello conservato nel Palazzo del Bargello a Firenze di scuola giottesca e non alla solita immagine del Sommo con il naso aquilino tramandata da Boccaccio e poi da Raffaello fino ai due euro nostri”.
Nel testo ci sono anche stimolanti spunti legati al cinema e alla musica: anticipaci qualche novità.
“Sia i film sia le canzoni sono preziosi strumenti didattici, utili a verificare la comprensione della lingua ma anche a condividere la cultura e a commentare gli stereotipi sull’Italia. Nel volume ci sono suggerimenti su dieci film e serie tv ispirate alla letteratura, da Fratello sole, sorella luna di F. Zeffirelli alla serie dell’Amica geniale, con le relative colonne sonore cantate dai maggiori cantautori e cantanti italiane”.
[J.L.Bertolio, “Le vie dorate. Un’altra letteratura italiana: da san Francesco a Igiaba Scego”, Loescher: Torino, 2021, 21,20 euro]
Nelle foto sopra: la copertina del libro, l’autore Johnny Bertolio ed il ritratto di Dante realizzato da C. Marta Signori