TORONTO – Johnny Depp ha sicuramente sfruttato nel migliore dei modi la sua pausa da Hollywood durante il suo soggiorno in Ungheria, Francia e ora Italia, e per più di un motivo. Appena una settimana fa, Depp ha condiviso il palco in un anfiteatro all’aperto con Andrea Bocelli, a Lajatico, in Toscana, città natale del cantante. Bocelli si esibisce ogni anno all’anfiteatro, chiamato Teatro del Silenzio, di cui è presidente onorario, avendo contribuito alla sua costruzione.
Il concerto di quest’anno è stato chiamato “Andrea 30: The Celebration”, per celebrare il 30° anniversario della carriera musicale di Bocelli. Depp e Bocelli si sono riuniti sul palco per eseguire “En Aranjuez Con Tu Amor”, in onore dell’amico di Depp e leggendario musicista rock Jeff Beck, morto improvvisamente nel 2023 di meningite batterica.
I tre avevano già interpetato insieme la canzone nel 2020. Ma Depp, che quella sera stava forse rendendo omaggio a una leggenda del rock, ha trascorso buona parte degli ultimi due anni a rendere omaggio al pittore e scultore italiano Amedeo Modigliani, con il suo film d’esordio alla regia intitolato “Modì”.
Amedeo Modigliani, nato a Livorno alla fine del XIX secolo, si trasferì nel quartiere Montmartre di Parigi durante un periodo di crescente sperimentazione artistica. Alcuni dei suoi contemporanei erano Picasso, Matisse e Brancusi, tutti alla guida del movimento d’avanguardia attraverso quello che molti storici oggi chiamerebbero il precursore dell’arte moderna.
Non è difficile capire perché Depp avrebbe scelto Modigliani come soggetto per la sua incursione nella regia, poiché il pittore italiano ha condotto una vita colorata, vivendo una vita spericolata mentre era amato dalla maggior parte delle persone e gravemente incompreso da altri.
Una figura tragica, Modigliani ha lottato contro le malattie fin dalla prima infanzia e alla fine è morto a 35 anni di meningite tubercolare. Nonostante la sua salute cagionevole, dipingeva ritratti di persone per affrontare i costi della vita, ma rappresentava il loro fisico in un modo così astratto da creare volti simili a maschere con colli allungati e occhi scavati.
I suoi ritratti e le sue sculture erano allo stesso tempo espressionisti e futuristici, ma mentre era in vita, la sua arte non era molto popolare o economicamente sostenibile: spesso regalava lavori in cambio di pasti. Ironicamente, Modigliani è oggi l’unico pittore con due dipinti venduti a più di 100 milioni di dollari nella storia delle aste d’arte: Nu couché (170,4 milioni di dollari) e Nu couché, sur le côté gauche (157,1 milioni di dollari).
“Modì”, il film, ha concluso le riprese principali all’inizio di quest’anno e, a quanto si dice, è quasi pronto per la post-produzione. Il film seguirà il suo soggetto durante “due caotici giorni a Parigi mentre è alle prese con la sua carriera, le amicizie e il tentativo di lasciare la città”.
La buona notizia per gli amanti del cinema italiano e dei suoi attori è che Depp non sceglierà Adam Driver per interpretare il pittore storico – il riferimento è scherzoso ovviamente dato che Driver era stato precedentemente scelto per interpretare importanti italiani – Enzo Ferrari e Maurizio Gucci. Riccardo Scamarcio interpreterà Modigliani e a completare il cast ci saranno Antonia Desplat (nei panni di Beatrice Hastings), Bruno Gouery (in quelli di Maurice Utrillo), Ryan McParland (sarà Chaïm Soutine) e il leggendario Al Pacino (si immedesimerà in Maurice Gangnat).
La società emergente di produzione/distribuzione “Be Water” distribuirà il film in Italia.
Massimo Volpe, autore di questa recensione, è un filmmaker e scrittore freelance di Toronto: scrive recensioni di film/contenuti italiani su Netflix