Il Commento

Media locali, il governo se ne lava le mani

TORONTO – “Ahimè povero Yorick, lo conoscevo…” (dall’Amleto di Shakespeare). Potrebbe essere un’immagine appropriata delle (ex) politiche liberali messe da parte da una generazione emergente di cittadini che sono colpiti dalla discrepanza tra ciò che vedono e ciò che viene presentato. Yorick è tutto ciò che resta di un’icona un tempo orgogliosa di ciò che il governo canadese aspirava a fare per coloro che rappresentava.

Per una questione politica e ideologica, il Canada e le società democratiche ovunque aderiscono ufficialmente al principio secondo il quale una stampa ed i media liberi e senza vincoli sono il pilastro di un governo responsabile, trasparente e affidabile. La stampa ed i media fanno affidamento sul mercato per il nutrimento di cui possono aver bisogno per sostenere l’infrastruttura necessaria per generare fatti e analisi per mantenere la vivacità del proprio ciclo critico ed informativo delle notizie – un ciclo che, a sua volta, genera fiducia oppure alimenta l’intero dibattito nella ricerca della verità.

Il governo è un attore importante in quel mercato. Ha un obbligo autodichiarato di informare la cittadinanza dei programmi progettati – a spese del pubblico – per mitigare le sfide della vita per i residenti ed i cittadini del Paese. Una stampa e dei media liberi forniscono quell’infrastruttura, se non altro per il fatto che hanno un bisogno intrinseco ed esistenziale di “consegnarla al suo pubblico/lettore mirato” in modo sicuro.

Per una ragione sconosciuta all’uomo/donna razionale, il governo del Canada ha deciso di lavarsi le mani da qualsiasi obbligo di informare i propri contribuenti su come o perché spende i loro soldi, senza nemmeno verificare che abbiano ricevuto il messaggio. Così, nei loro rapporti annuali, indicano come si svolge la loro strategia di comunicazione attraverso radio/tv, carta stampata e social media. In termini di dollari nel 2023-24, ciò ammontava a 72 milioni di dollari. Notiamo che le ventidue (22) agenzie governative hanno continuato a sfiduciare la carta stampata locale/nazionale come mezzo efficace e rilevante per i loro messaggi.

Sappiamo che ogni anno spende una cifra minima (1,5%) per la stampa. Praticamente lo zero % per la stampa in terza lingua, anche se Census Canada 2021 suggerisce che il 24% dei canadesi opera ancora nella propria lingua di origine. Si suppone che ciò non abbia importanza per il governo [Trudeau].

Dovrebbe. Ha speso notevoli energie e risorse cercando di ridefinire la dinamica della messaggistica e della consegna introducendo ed approvando un Online News Act, attraverso il quale hanno scaricato la loro responsabilità sulle piattaforme digitali come “portatori”. Qui sta l’ironia.

Queste piattaforme digitali hanno risposto a incentivi e/o minacce e si sono comportate secondo i loro interessi. Nel bene e nel male, Google, per ottenere contratti pubblicitari in corso e per partecipare ai programmi tecnologici del governo, ha accettato di contribuire con 100 milioni di dollari all’anno al mantenimento di una stampa/media vitale. Facebook-Meta ed i suoi affiliati hanno detto “ve lo potete scordare”, preferendo essere “tagliati fuori”…forse.

La settimana scorsa, il governo ha deciso di concedere a Meta un contratto da 100.000 dollari (o erano 300.000 dollari?… non si sa mai) per promuovere il programma di sconti del governo su ___  (riempite voi lo spazio vuoto, non ha più importanza: chiedete a Yorick). L’argomento per questa inversione? – il pubblico ha il diritto di essere informato sui programmi del governo.

Che schiaffo in faccia! Mi chiedo cosa stesse pensando Google.

Traduzione in Italiano – dall’originale in Inglese – a cura di Marzio Pelù

Nella foto in alto, il primo ministro Justin Trudeau con alcuni dei suoi ministri (foto dalla pagina Facebook di Justin Trudeau)

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