Il Commento

Massiccio rimpasto. “Italiani fuori”

TORONTO – In primo luogo, “lo shuffle” è stato determinato da esigenze politiche di parte. Sarebbe difficile trovare un tale cambiamento epocale nel governo del Canada che non sia stato causato dai risultati delle elezioni. Cui bono – a vantaggio di chi?

Sette ministri sono stati “cancellati dal consiglio”. A quattro di loro è stata concessa un’uscita “diplomatica”: hanno annunciato in anticipo che non si sarebbero ricandidati. Per altri tre la manovra è stata più brusca. Di questi, due provenivano dalla comunità italocanadese – uno di essi in carica di ministro della Giustizia.

Praticamente tutti gli altri ministri hanno subito una riorganizzazione dei compiti, ad eccezione di pochissimo privilegiati. Tra loro c’è l’unica italiana sopravvissuta, Filomena Tassi, una persona di talento, come le altre, oltre che donna.

A prima vista, lo shuffle sembra meno voler collocare le persone più competenti e più forti in ruoli chiave in quanto è un esercizio di ridistribuzione dei compiti (dipartimenti) e di ripartire le responsabilità tra i portafogli, confidando che l’entusiasmo dei “nuovi ministri” sarebbe sufficiente per “farcela”.

La foto di “famiglia” è molto più rivelatrice. Il Primo Ministro ha insistito sul fatto che questa è la squadra più adatta a soddisfare le aspettative dei canadesi e a risolvere i problemi del Canada. Ma è sempre lui al centro dell’attenzione, “la squadra” è poco più di un suo coro. Mentre lasciava il microfono, fece loro cenno di seguirlo. L’hanno fatto come scolari.

I “nuovi inquilini” potrebbero avere successo, se la raffica di attività conseguente, che sicuramente fluirà/deve fluire, riflette l’obiettivo e la consegna di tale. Solo sette ministri sono rimasti nei loro precedenti portafogli. Né loro né i “neofiti” sono tenuti a “lavorare come freelance” o ad aprire nuovi orizzonti. In ogni caso, con un solo ministro di origine italiana, Filomena Tassi, devono essere sicuri di poterlo fare senza la comunità italiana.

Nella politica italiana, la metafora politica comune è “Il canto del Cigno”. È un ultimo sforzo per generare entusiasmo per un governo visto come aver superato la sua “data di scadenza”.

Per coincidenza, un sondaggio Abacus, pubblicato ieri, sembra confermarlo. Minacciosamente, riporta il governo liberale al 28% di popolarità, attualmente dieci punti dietro i conservatori al 38% a livello nazionale.

Nella foto in alto, Justin Trudeau con i suoi ministri (foto credit CTV) 

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