Il Commento

Mantenere la parola una volta valeva 

TORONTO – Alcuni diranno che è sempre stato così: c’è un’assenza di civiltà nella politica ed un eccesso di inganno. Ci si dovrebbe sempre aspettare di pronunciare il momento “Tu quoque, Brute”.

A cercare bene, le eccezioni non sono solo difficili da trovare, ma se e quando vengono scoperte, confermano la regola. Per politica si dovrebbe includere la cerchia di “collaboratori”, sostenitori, attaccabrighe e coloro i quali fanno “accadere le cose” per gli aspiranti o membri “regnanti” della classe politica.

Il Presidente Biden aveva appena prestato giuramento quando cattolici e sindacalisti – in particolare l’Unione internazionale laburisti del Nord America (LiUNA) – sentivano il bruciore di quello che consideravano il grande tradimento dei loro interessi: il rifiuto della posizione pro-Vita e la cancellazione dell’oleodotto Keystone XL, rispettivamente.

LiUNA aveva contato sul più grande programma infrastrutturale dei due Paesi per aumentare le opportunità di lavoro per i suoi 600.000 membri.

I leader non saranno mai tenuti in ostaggio da alcun gruppo se gli scopi non corrispondono ai loro obiettivi personali. In ogni caso, le diatribe sui social media animate da LiUNA contro Biden sicuramente non metteranno in buona luce i loro cugini canadesi e i loro rapporti con il nostro governo.

Probabilmente è per questo che Derek Sloan, deputato ed ex candidato alla leadership del Partito Conservatore del Canada, è stato scaricato – così, senza tante cerimonie – dal caucus, dal suo leader Erin O’Toole. Entrambi sono cattolici.

O’Toole o le persone intorno a lui non potevano tollerare un potenziale rivale intorno al quale potesse gravitare qualsiasi dissidente della sua politica o contro il quale potessero avere effetto le dicerie maliziose dei partigiani. Era maturo per la diffamazione. Le dinamiche nel partito liberale al governo non sono dissimili. Ramesh Sangha, deputato eletto nella circoscrizione Brampton Centre, era un “bicchiere sull’orlo dello scaffale” in attesa di essere lasciato cadere.

Un’elezione considerata sempre più prossima lo ha reso ancora più precario, richiedendo la sua rimozione, prima che lui diventasse, ancora una volta, un problema scomodo durante la campagna elettorale. Il deputato Sangha aveva messo in dubbio l’utilità della presenza di alcuni radicali sikh, nel governo canadese, quando il Primo Ministro indiano sembrò scontento nei confronti della percepita ingerenza del Canada negli affari del suo Paese, durante l’ultima campagna elettorale. Dopo che l’ex ministro Bains si è ritirato dal governo e dal caucus, gli osservatori politici hanno trattenuto il fiato in attesa che anche l’altra scarpa cadesse.

Non sono state fornite ragioni ufficiali, ma il leader dell’NDP Jagmeet Singh si è affrettato ad accusare l’intolleranza religiosa da parte del deputato Sangha, di cui si molti attendevano che lui contestasse il collegio elettorale. Qualunque siano le ragioni, nessuna di esse potrebbe eguagliare le voci quasi silenziose di razionalità che circondano l’uscita prematura del [vice] Capo di Stato canadese per aver creato un “ambiente di lavoro tossico” alla Rideau Hall. Nessuna prova documentata e verificata della tossicità, salvo alcune accuse infondate. E via anche lei. L’ex governatore generale Payette, indipendentemente da quelle che potrebbero essere state le sue mancanze sociali, era senza dubbio una persona di notevole capacità intellettuale e di notevole successo internazionale.

Per parafrasare [San] Tommaso Moro prima della sua decapitazione per servire gli interessi del re inglese, Enrico VIII, “non fidarsi mai dei Principi”.

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