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Mercoledì di Rochester: lavorare con le mani

Tornano, o almeno stanno tornando ‘in voga’ nei paesi anglosassoni, mestieri che ormai sembravano scomparsi, più per disattenzione che per mancanza di necessità: gli scalpellini, i tosatori di pecore, i pescatori, i boscaioli et al. Sono attività diventate in qualche modo invisibili non perché abbandonate, ma perché ancorate a realtà rurali o comunque extraurbane. Cosa può fare un fabbro o un maniscalco in città?

Dati pubblicati recentemente dall’inglese Institute for Apprenticeships and Technical Education – l’ente governativo che regola gli apprendistati – rivelano una brusca impennata d’interesse nei confronti dei mestieri ‘storici’. Quest’anno un nuovo corso di apprendistato per i forester – operatori forestali – ha attirato in pochissimo tempo ben 26 aspiranti. L’anno scorso 53 candidati hanno iniziato il corso per scalpellini, ciò a fronte di un solo interessato nel 2020.

Nell’analizzare il fenomeno, il Daily Telegraph ha fatto il ritratto di una 26enne scozzese tosatrice di pecore, Katy Gardner (nell’immagine qui sopra). A differenza dei lavoratori convenzionali che vengono tipicamente retribuiti a ore o a mensilità, Gardner guadagna semplicemente £1,20 (€1,40) per ogni pecora che tosa: e ne ‘rasa’ quotidianamente dalle trecento in su. Il suo record giornaliero infatti è di 422 animali tosati. È un lavoro stagionale, ma è sempre ’stagione’ in qualche parte del mondo, così la ragazza segue il suo mestiere ovunque la possa portare, dalla Norvegia alla Nuova Zelanda.

Al giorno d’oggi, i lavori più prestigiosi – non necessariamente i meglio pagati – sono quelli svolti da seduti, in ufficio. È difficile dire perché: nei fatti, brutalmente, le competenze richieste sono in molti casi essenzialmente generiche e il senso di ‘mestiere’ è scarso. È meglio saper usare il PC, una zappa o una tosapecore?

James Hansen per Mercoledì di Rochester

(Image Credit: Telegraph/Chris Watts)

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