Canada

La ricchezza dei ’paperoni’
canadesi è aumentata del 51%,
in Italia situazione allarmante

TORONTO – La maggioranza della ricchezza nel mondo è in mano all’1% della popolazione. Un dato sconcertante, quello che emerge dall’ultimo rapporto di Oxfam, pubblicato in concomitanza con l’inizio del World Economic Forum di Davos in Svizzera, secondo il quale negli ultimi due anni l’1% delle persone più ricche ha accumulato quasi due terzi di tutta la nuova ricchezza creata nel mondo.

Secondo il rapporto, come riporta Wall Street Italy, dal 2020 sono stati creati complessivamente 42mila miliardi di dollari di nuova ricchezza, di cui 26mila miliardi, pari al 63%, sono stati accumulati dall’1% degli ultra-ricchi. Il restante 99% della popolazione globale ha raccolto solo 16.000 miliardi di dollari di nuova ricchezza.

Con riferimento alle posizioni al vertice della piramide distributiva, dal 2020 ad oggi un miliardario ha aumentato, in media, il proprio patrimonio di circa 1,7 milioni di dollari per ogni dollaro di incremento patrimoniale di una persona collocata nel 90% meno abbiente. Nonostante il tracollo dei mercati azionari nel 2022, le fortune dei miliardari sono comunque aumentate al ritmo di 2,7 miliardi di dollari al giorno nell’ultimo triennio, dopo un decennio che ha visto raddoppiare il numero dei paperoni e i loro patrimoni.

La ricerca mette in contrasto questa creazione di ricchezza con i rapporti della Banca Mondiale, che nell’ottobre 2022 ha dichiarato che probabilmente non raggiungerà l’obiettivo di porre fine alla povertà estrema entro il 2030, poiché la pandemia di Covid-19 ha rallentato gli sforzi per combattere la povertà.
Gabriela Bucher, direttore esecutivo di Oxfam International, chiede un aumento delle tasse per gli ultra-ricchi, affermando che si tratta di una “precondizione strategica per ridurre la disuguaglianza e rianimare la democrazia. Tassare i super-ricchi e le grandi aziende è la porta d’uscita dalle crisi che si sovrappongono oggi. È ora di demolire il comodo mito secondo cui i tagli alle tasse per i più ricchi fanno sì che la loro ricchezza si riversi in qualche modo su tutti gli altri”.

“Mentre la gente comune fa fatica ad arrivare a fine mese, i super-ricchi hanno superato ogni record nei primi due anni della pandemia, inaugurando quelli che potremmo definire i ruggenti anni ’20 del nuovo millennio. – ha aggiunto la Bucher – . Crisi dopo crisi i molteplici divari si sono acuiti, rafforzando le iniquità generazionali, ampliando le disparità di genere e gli squilibri territoriali. Pur a fronte di un 2022 nero sui mercati a non restare scalfito è il destino di chi occupa posizioni sociali apicali, favoriti anche da decenni di tagli alle tasse sui più ricchi, che ne hanno consolidato le posizioni di privilegio. Un sistema fiscale più equo, a partire da un maggiore prelievo sugli individui più facoltosi, è uno degli strumenti di contrasto alle disuguaglianze. Un’imposta del 5% sui grandi patrimoni potrebbe generare per i Paesi riscossori risorse da riallocare per obiettivi di lotta alla povertà a livello globale affrancando dalla povertà fino a 2 miliardi di persone”.

Ma qual è la situazione in Canada? I miliardari, qui, hanno visto la loro ricchezza crescere di uno sbalorditivo 51% dall’inizio della pandemia. A fare più soldi sono state in particolare le aziende alimentari ed energetiche che “hanno più che raddoppiato i loro profitti” solo lo scorso anno, incassando – a livello globale – 305 miliardi di dollari di profitti e pagandone l’84% ai loro ricchi azionisti.

E questo mentre la maggior parte dei canadesi “normali” sono attualmente alle prese con le proprie finanze, in molti casi ritrovandosi a dovere scegliere tra pagare le bollette e mettere il cibo in tavola. Quest’anno, i canadesi devono aspettarsi di spendere $ 1.065 in più soltanto per la spesa. Per non parlare del costo degli affitti e dei mutui e finanziamenti le cui rate, con l’aumento dei tassi di interesse, sono aumentate.

“Questo decennio si preannuncia come il migliore per i miliardari”, ha affermato Lauren Ravon, direttore esecutivo di Oxfam Canada, osservando che tassare i super-ricchi e le grandi società è la porta d’uscita dalle crisi sovrapposte di oggi.

“È tempo di demolire il comodo mito secondo cui i tagli alle tasse per i più ricchi fanno sì che la loro ricchezza in qualche modo ‘rivoli’ su tutti gli altri. Quarant’anni di sgravi fiscali per i super ricchi hanno dimostrato che una marea crescente non solleva tutte le navi, ma solo i super-yacht”, ha aggiunto, facendo eco alla collega Gabriela Bucher. Quali risposte darà il governo?

E in Italia il 5% della popolazione ha più soldi dell’80% dei meno abbienti

ROMA – Secondo Oxfam Italia, tra il 2020 e il 2021 cresce la concentrazione della ricchezza anche in Italia: quella nelle mani del 5% più ricco degli italiani (titolare del 41,7% della ricchezza nazionale netta) a fine 2021 era superiore a quella detenuta dall’80% più povero dei nostri connazionali (il 31,4%). Un divario incredibile.

I super-ricchi con patrimoni superiori ai 5 milioni di dollari (lo 0,134% degli italiani) erano titolari, a fine 2021, di un ammontare di ricchezza equivalente a quella posseduta dal 60% degli italiani più poveri. Ma nonostante il calo del valore dei patrimoni finanziari dei miliardari italiani nel 2022, dopo il picco registrato nel 2021, il valore delle fortune dei super-ricchi italiani (14 in più rispetto alla fine del 2019) mostra ancora un incremento di quasi 13 miliardi di dollari (+8,8%), in termini reali, rispetto al periodo pre-pandemico.

In sostanza, secondo il rapporto di Oxfam Italia, seppur attenuata fortemente dai trasferimenti pubblici emergenziali, cresce nel 2020 – ultimo anno per cui le dinamiche distributive sono accertate – la disuguaglianza dei redditi netti, per cui l’Italia si colloca tra gli ultimi Paesi nell’Ue.

La povertà assoluta, stabile nel 2021 dopo un balzo significativo nel 2020, interessa il 7,5% delle famiglie (1 milione 960mila in termini assoluti) e il 9,4% di individui (5,6 milioni di persone). Un fenomeno allarmante che ha visto raddoppiare in 16 anni la quota di famiglie con un livello di spesa insufficiente a garantirsi uno standard di vita minimamente accettabile e che oggi vede quelle più povere maggiormente esposte all’aumento dei prezzi, in primis per beni alimentari ed energetici.

Il rapporto di Oxfam ha analizzato i dati sulla creazione di ricchezza globale forniti da Credit Suisse, nonché le cifre della Forbes Billionaire’s List e della Forbes Real-Time Billionaire’s List per valutare i cambiamenti nella ricchezza degli ultra-ricchi.

Foto di Jon Tyson su Unsplash

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