Interviste

Antiche emozioni
rivivono sul fortepiano
di Andrea Botticelli

TORONTO – Il suo album di debutto segna una serie di primati: è la prima registrazione commerciale sul fortepiano Graf di proprietà del Banff Center for Arts and Creativity in Canada; è la prima registrazione in assoluto della “Novelletta in fa diesis minore” di Robert Schumann, op. 21 No. 8, al fortepiano; è il primo album sulla sua etichetta casalinga, Céleste Music, e, molto probabilmente, il primo album solista di fortepiano registrato da un artista canadese.

Non è esagerato, quindi, definire pietra miliare l’album “Stimme aus der Ferne – A Voice From the Distance” (uscito il 14 maggio 2021 su Céleste Music) di Andrea Botticelli, pianista canadese “orgogliosamente di origine italiana” – come ci dice la stessa artista – che vanta un curriculum impressionante: Andrea si cimenta infatti in strumenti del passato come clavicembalo, clavicordo e fortepiano e grazie alle sue performance su questi particolarissimi antenati del pianoforte ha ricevuto premi e borse di studio dal Banff Centre for Arts and Creativity, Canada Council for the Arts, Early Music America, National Music Centre, Ontario Arts Council, Stingray Music e Wirth Institute for Austrian and Central European Studies.

La sua capacità di far rivivere ognuno di quegli strumenti si traduce in esecuzioni con un suono unico e uno stile espressivo individuale, qualità che ha dimostrato nei concerti tenuti – nelle passate stagioni – in tutto il Canada su modelli di fortepiano del XVIII e XIX secolo.

Ma Andrea non è solo performer. Ha insegnato e tiene conferenze sulle pratiche esecutive al fortepiano presso l’Università di Toronto e la University of Western Ontario dove insegna ““historically informed pedagogy”, introducendo gli studenti a tutti gli strumenti storici a tastiera.

“Uso gli strumenti storici – ci spiega Andrea – come strumenti interpretativi per avvicinarmi al mondo sonoro originario dei compositori e dei loro rispettivi periodi storici. Questo approccio crea spettacoli con un suono unico per il pubblico moderno e ispira rinnovata energia creativa e interpretativa. Le performance che utilizzano questo nuovo approccio sono spesso meno prevedibili e i risultati sono più fantasiosi”.

Uno dei “fortepiano” utilizzati dalla pianista Andrea Botticelli

Quando ha scelto di cimentarsi in strumenti del passato come clavicembalo, clavicordo e fortepiano?
“Sono cresciuta studiando il pianoforte moderno, ma quando ho avuto la fortuna di provare un clavicembalo e un fortepiano a un festival musicale, ne sono rimasta subito affascinata. Sono rimasta colpita dal modo in cui ogni strumento storico parla con la propria voce individuale! Ho anche pensato che fosse rinfrescante e rivelatore ascoltare musica che pensavo di conoscere bene, suonata con un suono straordinario, affascinante e, in definitiva, convincente. Ho sentito di aver capito di più sulla musica e sulle intenzioni dei compositori suonando su questi strumenti”.

È stato / è difficile reperire simili strumenti, oggi? In che modo ci è riuscita? 
“Ci sono collezioni museali con strumenti antichi originali che possono essere visitati e un corpo crescente di ricerche di artisti, musicologi e organologi che studiano le fonti primarie dell’epoca. Ho visitato e studiato strumenti che sono stati restaurati e ricostruiti fedelmente da artigiani che hanno fatto rivivere l’abilità di costruire questi strumenti – veramente come opere d’arte! Il fortepiano che ho usato è stato costruito da Rodney Regier a Freeport, Maine dai modelli di fortepiano del 1830 circa del costruttore viennese Conrad Graf”.

Come sceglie i compositori / le composizioni da interpretare? 
“Cerco di sposare le composizioni musicali il più possibile vicine allo strumento che sto utilizzando. Il repertorio dell’album – che comprende venticinque brani di Franz Schubert, Carl Czerny, Clara Schumann e Robert Schumann – è stato scelto con cura per evidenziare le capacità espressive uniche del fortepiano Banff. Prima di tutto, ho scelto la musica lirica che amo molto! Volevo anche mostrare la musica di una serie di compositori; ogni pezzo rivela come hanno usato a modo loro la sonorità dello strumento. L’abbinamento degli ultimi due pezzi di Clara e Robert Schumann è stato il mio modo per evidenziare il loro profondo legame umano e artistico”.

La copertina dell’album di Andrea Botticelli

Lo stesso titolo dell’album (“Stimme aus der Ferne – A Voice From the Distance”), infatti, fa riferimento ad un’indicazione scritta nella partitura delle Novellette da Robert Schumann. “In mezzo a un movimento tumultuoso e molto vario, la musica diventa improvvisamente tenera e intima. La melodia lirica del Notturno di Clara Schumann diventa la ‘voce da lontano’ che Robert cita, come se l’amato tema gli scivolasse nella mente mentre compone: un’illustrazione poetica della presenza di Clara, nel pensiero e nella musica. Questo concetto di sinergia creativa si riflette molto anche nel repertorio di questo disco. Oltre al tema di Clara, la frase ‘una voce da lontano’ allude al suono del fortepiano evocando un lontano passato musicale”, si legge nelle note scritte dalla stessa artista per presentare l’album e pubblicate sul suo sito (qui: https://www.andrea-botticelli.com/recordings).

Cosa pensa della musica classica del tardo Novecento e contemporanea?
“Mi piace molto eseguire opere del mio tempo e opere di compositori viventi ed è importante avere esperienza anche con questo genere”.

Ha mai composto – o pensato di farlo – musica originale?
“Ho fatto studi teorici alla scuola di musica e ho qualche esperienza più recente con l’improvvisazione classica”.

Lei è di origine italiana. Ci racconta qualcosa della sua famiglia?
“Sono una orgogliosa canadese di prima generazione di origini italiane. Mio padre è nato ad Albano Laziale, nel Lazio, e mia madre è nata a Roccacasale, in Abruzzo. Entrambi si sono trasferiti in Canada e si sono conosciuti a Toronto. Io sono cresciuta parlando italiano con la mia famiglia (soprattutto con i miei nonni che non parlavano inglese) in una comunità italo-canadese affiatata. Apprezzo molto il mio patrimonio italiano come una cultura ricca e orgogliosa in sé, ma anche l’esperienza di crescere bilingue e di avere il vantaggio di una diversa prospettiva culturale e linguistica”.

È mai stata in Italia?
“Ho fatto molti viaggi per fare visita alla parte della famiglia rimasta in Italia, mi sono goduta un’estate di studio dell’Italiano al liceo, studio la ricca tradizione della musica classica italiana, ho seguito corsi universitari di Letteratura, Cinema e Storia Italiana e cerco di tenermi in contatto con la cultura popolare. Cerco anche di trasmettere quella stessa cultura e la lingua italiana al mio giovane figlio”.

Andrea Botticelli durante una lezione ad una giovanissima allieva

Il sito ufficiale di Andrea Botticelli è all’indirizzo https://www.andrea-botticelli.com/

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