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Interferenze cinesi in Canada,
anche Singh vuole l’inchiesta.
Han Dong: “Accuse false “

TORONTO – È la “stampella” del governo Trudeau, ma su questo evidentemente non può appoggiarlo: anche il leader dell’NDP, Jagmeet Singh, chiede l’apertura di un’inchiesta pubblica sulle (presunte) interferenze cinese sulle elezioni federali del 2019, unendosi così all’appello di diversi funzionari di alto profilo.

Singh, il cui partito sostiene il governo di minoranza liberale di Trudeau (altrimenti si tornerebbe alle urne), ha dichiarato lunedì che mentre il suo partito accetta l’esito delle elezioni del 2021, le gravi accuse di interferenza straniera fatte nei recenti resoconti dei media necessitano di “un’indagine approfondita, trasparente e indipendente”.

“Quando i canadesi vengono a conoscenza di possibili interferenze straniere attraverso documenti trapelati, la fiducia nella nostra democrazia viene messa a rischio”, ha detto Singh. “Il modo per fermare la presunta interferenza cinese è rifiutarsi di mantenere i loro segreti per loro. Un’inchiesta pubblica completamente indipendente ed imparziale è il miglior modo per far luce nell’ombra”.

Come abbiamo scritto nell’edizione di ieri, Richard Fadden, l’ex capo del Canadian Security Intelligence Service (CSIS) ed ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trudeau, ha affermato di non vedere alcun “motivo convincente” per non tenere un’inchiesta pubblica sulle accuse di interferenza straniera. I commenti di Fadden, rilasciati a Mercedes Stephenson a “The West Block” su Global News, sono arrivati ​​dopo un recente articolo del Globe and Mail in cui si afferma che la Cina ha implementato una “strategia sofisticata” nelle elezioni del 2021 per sconfiggere i candidati conservatori e tentare di sostenere i liberali federali verso un governo di minoranza.

L’articolo del quotidiano segue una serie di articoli pubblicati negli ultimi mesi da Global News che ha trovato e pubblicato diversi rapporti dell’intelligence canadese. Rapporti dai quali emergerebbe che i funzionari dei servizi segreti avevano avvertito Trudeau che la Cina avrebbe preso di mira il Canada per interferire sulle elezioni federali e che la vasta campagna “cinese” avrebbe incluso il finanziamento di una rete clandestina di almeno undici candidati federali in corsa per le elezioni del 2019.

Non solo: i funzionari del CSIS avrebbero avvertito Trudeau più di un anno prima delle elezioni federali del 2019, facendogli sapere che gli agenti cinesi stavano “assistendo i candidati canadesi in corsa per cariche politiche”.

Venerdì scorso, Trudeau ha detto ai giornalisti che il Paese deve rimanere “vigile” sulle interferenze straniere ma, alla domanda diretta se avrebbe convocato un’inchiesta pubblica sull’interferenza straniera, Trudeau non ha dato una risposta chiara.

Anche i Conservatori hanno rinnovato la richiesta durante il fine settimana invitando Katie Telford, capo dello staff del primo ministro, a testimoniare davanti alla commissione della Camera dei Comuni che ha votato, la scorsa settimana, per espandere l’indagine sulle accuse di interferenza straniera nelle elezioni del 2019 includendo anche quelle del 2021.

Non solo: un ex stretto confidente di Trudeau si è unito agli appelli. “Qui ci vuole una qualche forma di sguardo approfondito ed imparziale”, ha detto a Global News Gerald Butts, l’ex segretario di Trudeau. Butts, ora vicepresidente dell’Eurasia Group, ha affermato che ci sono diversi modi in cui il governo federale potrebbe commissionare un’indagine imparziale: un’inchiesta pubblica, una commissione reale, una commissione d’inchiesta. “Abbiamo molti strumenti a nostra disposizione”, ha detto Butts, aggiungendo che mentre i recenti rapporti si sono concentrati sull’interferenza politica cinese, la questione è più ampia.

Artur Wilczynski – ex alto funzionario del Communications Security Establishment (CSE), l’agenzia canadese di spionaggio elettronico – ha fatto eco alla richiesta di un’inchiesta. E lo stesso ha fatto, parlando con The Globe and Mail la scorsa settimana, un ex capo dell’ufficio elettorale: “È in gioco la legittimità del governo”, ha detto Jean-Pierre Kingsley. “Dobbiamo scoprire cosa è successo. Sono favorevole ad un’indagine indipendente perché questo è ciò che soddisferà i canadesi. Non è un problema minore”.

Intanto, la Cina ha definito le accuse di tentata interferenza “una completa assurdità”.

Da parte sua, il deputato liberale di Toronto finito nella bufera per le interferenze cinesi nelle elezioni federali canadesi respinge quelle che definisce accuse “imprecise e irresponsabili”, secondo le quali la Cina lo avrebbe aiutato ad essere eletto in Canada.

“Respingo fermamente le insinuazioni fatte nei resoconti dei media – ha scritto Han Dong (nella foto sopra, dalla sua pagina Twitter @handongontario) in una nota pubblicata sui social network, che pubblichiamo qui sotto – secondo le quali io avrei avuto un ruolo nell’interferenza straniera nelle elezioni canadesi, e mi difenderò con forza da tali affermazioni imprecise e irresponsabili. Sosterrò tutti gli sforzi, basati sui fatti, dei parlamentari per indagare su presunte interferenze straniere e, se richiesto, non vedo l’ora di confutare queste accuse anonime e non verificate”, ha aggiunto Han Dong.

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