Canada

Il CSIS conferma le interferenze cinesi, si apre anche un fronte iraniano

TORONTO – Mentre prosegue la prima fase dell’inchiesta pubblica sulle interferenze straniere in Canada, spunta un rapporto top secret, ottenuto da Global News, secondo il quale la Cina avrebbe cercato di influenzare le ultime due elezioni federali e nel quale si afferma che il governo canadese “deve fare di più” per combattere le interferenze straniere.

“Sappiamo che la RPC (la Repubblica Popolare Cinese) ha cercato di influenzare clandestinamente e ingannevolmente le elezioni federali del 2019 e del 2021”, dice il briefing diffuso dal Canadian Security Intelligence Service (CSIS). Il documento declassificato, datato 24 febbraio 2023, è intitolato “Briefing al ministro delle istituzioni democratiche sull’interferenza straniera”, e definisce la Cina “di gran lunga la minaccia più significativa”. Indica anche l’India come una minaccia di interferenza straniera, prevedendo che il problema sarebbe peggiorato e sottolioneando che “dobbiamo fare di più per proteggere le solide istituzioni e processi democratici del Canada”.

“Le attività finanziarie della RPC sono di ampia portata e significative a livello di risorse spese: le attività sono significative, pervasive e dirette contro tutti i livelli di governo e la società civile in tutto il Paese”, recita ancora il rapporto.

Il briefing in questione – che sarebbe stato consegnato al ministro dal direttore del CSIS – prosegue spiegando che “la RPC sfrutta una vasta gamma di strumenti in Canada, tra cui il Dipartimento del Lavoro del Fronte Unito, il suo corpo diplomatico e risorse non governative come gruppi comunitari e contatti fidati”.

Sebbene il governo federale abbia riconosciuto le preoccupazioni che la Cina possa aver tentato di influenzare le elezioni canadesi, il rapporto sembra essere più definitivo nelle sue conclusioni di quanto Ottawa avesse riconosciuto in precedenza. Quasi tre pagine del rapporto sono poi – dicevamo – dedicate all’India, anche se sono state interamente cancellate, fatta eccezione per una sola frase: “L’India è impegnata in attività di FI (interferenza straniera, ndr)”. L’India è l’unico Paese identificato per nome oltre alla Cina. Inoltre, il rapporto informativo sottolinea la necessità di “strategie chiaramente articolate” ed afferma che la sensibilizzazione ed il briefing di funzionari e politici sono “fondamentali per questi sforzi”. Tutte le agenzie governative devono lavorare per “rilevare, interrompere e pubblicizzare” le interferenze. “La responsabilità di contrastare queste attività dannose deve essere condivisa tra tutti i governi, compresi i partner provinciali e municipali. In definitiva, una migliore protezione delle istituzioni democratiche canadesi contro le interferenze straniere richiederà un cambiamento nella prospettiva del governo e la volontà di intraprendere azioni decisive ed imporre conseguenze sui responsabili. ino a quando le interferenze straniere non saranno considerate una minaccia esistenziale per la democrazia canadese ed il governo non risponderà con forza e attivamente, queste minacce persisteranno”.

Intanto, Il Partito Conservatore ha formalmente richiesto un’inchiesta pubblica anche sulle interferenze straniere mirate all’influenza iraniana in Canada. “Vogliamo che la commissione segua le prove e si assicuri di ascoltare in modo specifico le voci iraniane represse qui”, ha detto mercoledì la vice leader conservatrice Melissa Lantsman. Il giorno prima, l’avvocato del Partito Conservatore, Nando De Luca, aveva inviato una lettera al commissario Marie-Josée Hogue (che sta conducendo l’inchiesta pubblica sulle interferenze straniere) chiedendo che la commissione “includesse espressamente il regime iraniano e la sua campagna di intimidazione, repressione e interferenza al centro del suo lavoro. L’interferenza straniera iraniana è una minaccia attiva e presente in Canada”, ha scritto l’avvocato.

Foto da https://www.asiapacific.ca/

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