Il Commento

Implosione delle scuole cattoliche:
la “cattofobia” nasce dall’interno

TORONTO – Le scuole dovrebbero essere spazi sicuri per tutti i bambini mentre crescono e mentre apprendono abilità sociali e accademiche. Sempre più spesso manifestano disfunzionalità che troppo frequentamente sfociano in violenza. Questo non è stato un buon anno per le scuole di Toronto e dintorni.

La loro leadership e i loro insegnanti sembrano aver perso il senso dello scopo. Sarebbe sbagliato dipingere tutti con lo stesso pennello.

Per lo meno, le scuole (e il loro personale) dovrebbero riflettere il loro ruolo di in loco parentis, surrogati di coloro che affidano i propri figli alle loro cure. Ammesso, cioè, che abbiano una visione comune della famiglia e del ruolo dei genitori nella crescita dei propri figli.

I genitori del Provveditorato Cattolico di York, preoccupati per ciò che veniva insegnato ai loro figli, hanno opportunamente evidenziato le loro obiezioni alle deviazioni da quelli che consideravano i valori cattolici che costituiscono le basi per l’esistenza delle scuole del Provveditorato.

Le loro aspettative sono radicate in un “compromesso storico” che ha portato a quelli che vengono definiti “diritti confessionali” nella Legge Costituzionale, rafforzati dalla Legge sull’Istruzione, dalla Carta dei Diritti e delle Libertà e dal Codice dei Diritti Umani.

L’interpretazione di quelle ideologie cattoliche (che piacciano o no) spetta esclusivamente al magistero. L’interpretazione non è di competenza né dei consigli dei fiduciari né del loro personale amministrativo dirigenziale. Soprattutto non è dovere o diritto degli insegnanti assunti essere arbitri.

Però… Il direttore del provveditorato agli studii chiama “partner” alcuni membri-francotiratori dell’Associazione degli insegnanti cattolici inglesi dell’Ontario, anche se, a quanto pare, hanno schernito quei genitori e invitato la polizia locale a disperdere i genitori. I rapporti indicano che si sono presentati fino a sette macchine della polizia nell’arco di pochi minuti.

Il direttore ha emesso una spiegazione scagionando, in effetti, tutti gli insegnanti. Lui, e il personale dirigenziale, non hanno l’autorità di tollerare se non permettere, attività non coerenti con l’etica del Provveditorato “basate sulle loro convinzioni personali”. Inoltre, ha ritenuto che fosse una questione “operativa” che non richiedeva il parere o consenso dei fiduciari.

Strano. La legge afferma che le scuole cattoliche – fino al grado dieci – sono riservate ai Cattolici. Un insegnante non ha alcuna abilità legislativa di cambiare quella politica.

I genitori potrebbero voler contestare tale interpretazione e ci sono già movimenti in corso per organizzarsi in tal senso. In tal caso, il direttore, i fiduciari e l’OECTA possono essere ritenuti responsabili. Se questi genitori non lo fanno, la gente può giustamente chiedersi qual è la differenza tra scuole cattoliche e non?

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