TORONTO – La sopravvivenza del governo Trudeau potrebbe essere messa in gioco dalla decisione di istituire o meno una commissione d’inchiesta sulle interferenze cinesi. La conferma arriva direttamente da Jagmeet Singh, che su questo esecutivo detiene una sorta di golden share proprio perché i voti dei deputati dell’Ndp sono necessari per evitare la crisi di governo.
In questi ultimi giorni le pressioni che arrivano da esperti, classe politica e opinione pubblica per creare una commissione d’inchiesta pubblica sono aumentate in modo significativo, nonostante il niet convinto del primo ministro, che invece ritiene come gli elementi portati davanti alla commissione parlamentare siano sufficienti per voltare pagina e lasciarsi alle spalle questa controversa vicenda. Fino a questo momento è emerso abbastanza chiaramente come Pechino abbia cercato di interferire nel processo elettorale del nostro Paese nel 2019 e nel 2021, senza però essere riuscita a influenzare palesemente il risultato finale. Questo tesi, confermata da Elections Canada e dai servizi segreti, è stata sposata anche da Trudeau, ma le opposizioni vogliono vederci chiaro e chiedono con forza la creazione di una commissione pubblica ad hoc per indagare ancora più in profondità quanto e come la Cina abbia influenzato i canadesi nelle ultime due tornate elettorali.
A questo punto la figura centrale di questa vicenda è quella di Singh. Il leader dell’Ndp non ha infatti escluso che potrebbe giocarsi la carta del sostegno al governo, nel caso in cui il primo ministro liberale decida di non sentirci a di andare avanti per la propria strada.
Il leader dell’Ndp ha confermato che nei prossimi giorni solleverà la questione delle interferenze straniere con il primo ministro Trudeau durante i loro incontri sull’accordo di fiducia siglato lo scorso anno tra i neodemocratici e i liberali che dovrebbe mantenere il governo al potere fino al 2025.
“Non escludo – ha sottolineato Singh – in alcun modo che si possa arrivare al punto di esercitare tale capacità. È qualcosa possiamo fare: non è una decisione che stiamo prendendo oggi”.
“La fiducia è sempre in gioco”, ha continuato Singh. “Sarà una domanda costante che ci porremo per tutta la durata dell’accordo. Ci porremo costantemente domande: “Vogliamo continuare o no? Il governo sta facendo ciò che è necessario o no?” È una domanda continua”.
Giovedì una commissione della Camera dei Comuni che indaga sulle accuse di interferenze straniere nelle recenti elezioni federali ha adottato una mozione che chiede un’inchiesta pubblica sulla questione.
I membri conservatori e del Bloc Quebecois della Commissione per la procedura e gli affari della Camera dei Comuni hanno votato a favore della mozione dell’Ndp, che cerca di avviare “un’inchiesta pubblica nazionale sulle accuse di interferenza straniera nel sistema democratico canadese”.
I deputati liberali della commissione hanno votato contro la misura. A questo punto resta da capire se davvero Singh sarà intenzionato a portare avanti questa battaglia fino all’eventuale strappo e se Trudeau continuerà a fare muro rischiando la crisi di governo e il conseguente ritorno alle urne per un voto anticipato che si preannuncerebbe carico di punti interrogativi e incognite per i liberali.
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