Canada

I conservatori sono ancora
in vantaggio, crolla la fiducia
verso Justin Trudeau

TORONTO – Il Partito Conservatore mantiene un netto vantaggio nelle intenzioni di voto, mentre crolla la fiducia dell’elettorato canadese verso Justin Trudeau. Sono questi i due dati principali che emergono in un sondaggio pubblicato ieri da Angus Reid, che mette in luce come la controversa vicenda delle interferenze cinesi nel processo elettorale canadese e, allo stesso tempo, la risposta giudicata blanda e insufficiente da parte del primo ministro, inizino a produrre delle conseguenze significative a livello di rapporti di forza tra i partiti federali.

Stando all’indagine demoscopica della Angus, se si dovesse tornare alle urne in questo momento il Partito Conservatore si assesterebbe al 35 per cento, con un netto vantaggio rispetto al Partito Liberale del primo ministro, che non supererebbe il 29 per cento dei consensi. Restano stabili le intenzioni di voto per l’Ndp, attorno al 20 per cento, mentre si rafforza il livello del consenso attorno al Bloc Quebecois, che sale all’8 per cento. Stabili anche le altre due formazioni politiche federali: i Verdi di Elziabeth May restano ancorati al 4 per cento – un dato questo in linea con tutti i sondaggi degli ultimi mesi – mentre il People’s Party di Maxime Bernier non supera il 2 per cento.

La vicenda delle interferenze cinesi ha un suo peso specifico soprattutto nel livello di fiducia degli elettori canadesi nei confronti del leader liberale. Stando a quanto raccolto da Angus sulla base di un campione di 5mila intervistati, solamente il 37 per cento giudica positivamente l’operato del primo ministro, con un netto calo del 6 per cento rispetto all’ultima rilevazione demoscopica.

Ma Justin Trudeau non ci sono solo cattive notizie, almeno da questa istantanea scattata dalla Angus Reid. Il suo principale avversario, Pierre Poilievre, non decolla nell’elettorato canadese, un fenomeno che avevamo visto già con i due suoi predecessori, Andrew Scheer ed Erin O’Toole. Secondo il sondaggio, solamente il 34 per cento dei canadesi ha un’impressione positiva del leader conservatore, una percentuale significativa perché limita di molto lo spazio di eventuale crescita dei tory alle future elezioni federali. Serve, per Poilievre, una decisa inversione di tendenza: il suo partito cresce e mantiene un relativo vantaggio sui liberali, ma la percezione non positiva del leader conservatore nell’elettorato fa da zavorra alle aspirazioni di crescita verso quell’agognato 40 per cento che rappresenta molto spesso lo scoglio da superare per la conquista della maggioranza assoluta dei deputati alla House of Commons.

Il sondaggio della Angus va anche a tastare il polso dell’elettorato sui temi più importanti in vista del futuro appuntamento alle urne. Ebbene, l’inflazione continua ad essere la preoccupazione dominante dei canadesi, nonostante la corsa verso l’alto dei prezzi sia rallentamento negli ultimi due mesi. Stando all’indagine demoscopica pubblicata ieri, il 59 per cento del campione ritiene il costo della vita il problema principale che deve essere affrontato e risolto dal governo. A seguire troviamo la Sanità, con il 48 per cento, e i problemi relativi alle politiche abitative, al 27 per cento, l’ambiente e i cambiamenti climatici al 23 per cento e più in generale l’economia al 19 per cento.

A livello di appartenenza politica, scopriamo che le priorità dell’elettorato cambiano anche a seconda di indirizzo partitico. Nell’elettorato conservatore, ad esempio la priorità è quella dell’inflazione (62 per cento), seguito dalla Sanità (37 per cento), dal Deficit federale (29 per cento) e dalle tasse al 28 per cento.

Nell’elettorato liberale, invece, è la Sanità la principale questione da risolvere (64 per cento), seguita dall’inflazione (58 per cento) e dal clima al 36 per cento.

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