Il messaggio

Giornata mondiale del Migrante
e Rifugiato, Papa Francesco: “No a paure” 

TORONTO – C’è sempre un posto per un altro straniero a tavola, ha detto il Cardinale Michael Czerny presentando il messaggio di Papa Francesco per la 107ª Giornata Mondiale del Migranti e dei Rifugiati, che si celebra il 26 settembre e il cui contenuto è stato pubblicato ieri dal Vaticano.

Papa Francesco ha criticato “nazionalismi chiusi e aggressivi, e individualismo radicale” che dividono e che “stranieri, migranti ed emarginati finiscono per pagare”.

Il messaggio del Papa acquista rilevanza proprio quando l’Organizzazione internazionale per le migrazioni ha annunciato che nel Rapporto sull’emigrazioni nel mondo 2020, a giugno 2019 si stimava che il numero di migranti internazionali fosse di quasi 272 milioni in tutto il mondo; cioè 51 milioni in più rispetto al 2010. Il Papa ci ha fatto essere empatici.

“Questi nazionalismi e individualismi rompono o dividono il noi, sia nel mondo che all’interno della Chiesa. Il prezzo più alto è pagato da chi può più facilmente diventare altro: stranieri, migranti, emarginati, che abitano le periferie esistenziali”.

Francesco ha anche rafforzato la necessità di sostenere gli sfollati, i rifugiati e i migranti, e ha sottolineato che “siamo tutti sulla stessa barca, chiamati a lavorare in modo che non ci siano muri che ci separano, in modo che non ci siano ’altri, ma solo un ‘Noi’, grande come tutta l’umanità”, ha assicurato.

Tra le ferite che Jorge Mario Bergoglio (il suo nome laico) ha denunciato più volte ci sono profondi squilibri. “I potenti mangiano i più deboli. Come conseguenza di questa situazione, grandi masse della popolazione sono escluse ed emarginate “, ha detto.

Il papa ha anche dedicato un momento per ricordare quella che è nota come ’L’economia di Francesco’, in cui propone di seguire l’esempio di diversi giovani che vogliono che “i poveri, gli scartati, gli esclusi, i migranti e i rifugiati siano al centro dell’economia”. Il più grande tifoso della squadra di calcio del San Lorenzo e promotore del ’fair play’ ha fatto un doppio appello ai cattolici e a tutti gli uomini e le donne del mondo per poter raggiungere “un Noi sempre più grande”.

Il primo papa latinoamericano. Con la nomina di un papa latinoamericano, la Chiesa cattolica è stata rafforzata in America Latina e nel mondo intero, poiché lo sfollamento e la migrazione dell’America Latina sono tra i più alti. L’America latina rappresenta il 42% della popolazione cattolica mondiale ed è il più grande blocco all’interno della Chiesa, rispetto al 25% in Europa. Con l’eccezione del polacco Giovanni Paolo II e del tedesco Benedetto XVI, la posizione era precedentemente riservata agli italiani.

Silvia Mendez

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