Mondo

Galleria degli orrori
tra stupri e bombe
su anziani e bambini

TORONTO – Bombe sugli ospedali, missili sulle scuole, donne stuprate, civili presi di mira. La galleria degli orrori dell’invasione russa in Ucraina continua ogni giorno a fornire nuovo, macabro e inaccettabile materiale, in un crescendo di barbarie che nel Vecchio Continente non si registravano dal secondo conflitto mondiale. La guerra, cruda e selvaggia, continua a seguire il suo tragico percorso, con la diplomazia internazionale impotente e incapace di frenare lo scorrimento di sangue nonostante i continui appelli a tornare al negoziato e a far tacere le armi.

Intanto le Nazioni Unite confermano che in Ucraina gli sfollati sono già oltre 10 milioni, quasi un quarto della popolazione è fuggita da casa, i più fortunati sono riusciti a trovare la salvezza all’estero, mentre gli altri sono in fuga dalle zone devastate dai combattimenti. Anche il tentativo di creare dei corridoi umanitari per la popolazione civile regge a malapena, con continue violazioni da parte russa.

Ieri c’è stato ricordato per l’ennesima volta cosa voglia dire essere in guerra, quali siano i tragici corollari che da sempre accompagnano i conflitti armati.

Da più parti è stato confermato come lo stupro di guerra – quella barbara pratica che abbiamo già visto nel conflitto dei Balcani, con l’aggravante della variante etnica – sia ormai diventata una tragica realtà nelle zone occupate dai russi.

Sempre ieri truppe russe hanno aperto il fuoco su una casa per anziani nella regione ucraina di Luhansk, uccidendo 56 persone.

Il Consiglio municipale di Mariupol ha intanto denunciato il bombardamento da parte delle forze russe di una scuola dove sabato si erano rifugiate 400 persone. Il consiglio ha riferito che l’edificio è stato distrutto e ci sono persone intrappolate tra le macerie. Nella scuola c’erano donne, bambini ed anziani.

Orrore su orrore, dopo i bombardamenti dei giorni scorsi che hanno interessato ospedali e strutture sanitarie e l’intensificazione degli attacchi nelle zone residenziali, nei centri urbani.

Senza contare che sarebbero state utilizzate pure le famigerate bombe a grappolo, messe al bando dalla Convenzione delle Nazioni Unite dodici anni fa.

Resta la speranza, davvero flebile in questo momento, che si possa arrivare a un cessate il fuoco sulla base di una bozza d’accordo in quindici punti pubblicata la scorsa settimana dal Financial Times sulla quale starebbero lavorando le due delegazioni impegnate nei round dei negoziati. Ma per il momento, a parlare sono solo le armi.

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