TORONTO – Scelta dei candidati e finanziamenti ai partiti: sono le due “porte” che consentono agli Stati stranieri ostili di “entrare” in Canada per interferire, o quantomeno provarci, nelle elezioni e, conseguentemente, nella politica del Paese. È quanto, in estream sintesi, ha riferito il capo di Elections Canada, Stéphane Perrault (Chief Electoral Officer of Canada), alla Foreign Interference Commission.
Le nomine, nelle quali i candidati competono per avere la possibilità di candidarsi sotto la bandiera di un partito, in genere ricevono meno controllo da parte del pubblico e dei media rispetto alle elezioni vere e proprie. Ed è lì che si insinuano i Paesi stranieri, tentando di piazzare persone “amiche” fra i candidati o di sostenere candidati più “affidabili” di altri. Perrault ha però sottolinato che Elections Canada non può vigilare su tali nomine, per ragioni sia operative che politiche. “(Elections Canada) non ha le strutture o le risorse locali per impegnarsi nel tipo di operazioni che sarebbero necessarie per amministrare le corse alle nomine in tutto il Paese”, ha detto Perrault. E per quanto riguarda le ragioni politiche, Perrault ha ricordato l’importanza dell’autonomia dei partiti e del consentire ai partiti stessi di stabilire le proprie regole e procedure per la selezione di candidati e leader.
Un altro problema è rappresentato dalle lacune nelle regole sul finanziamento elettorale, che potrebbero consentire al denaro proveniente da Paesi stranieri di influenzare le elezioni canadesi. Perrault ha infatti osservato che, secondo la legge, solo i cittadini ed i residenti permanenti possono fare donazioni ad un partito od un candidato e che tali donazioni dovrebbero essere effettuate con fondi personali, mentre i cittadini, i gruppi ed i governi stranieri non sono autorizzati a donare: tuttavia, può essere difficile vigilare e nessun sistema è ermetico, ha ricordato Perrault. “Non disponiamo di informazioni che consentano di verificare se tutti questi contributori siano cittadini canadesi o residenti permanenti”, ha affermato.
E poi c’è la “spesa di terzi”: secondo le norme attuali, un terzo può ricevere denaro da fonti straniere al di fuori del periodo elettorale, accumularlo e poi spenderlo durante le elezioni. “Quando usano questi soldi, usano i propri fondi”, ha detto Perrault. “In questo modo, una certa quantità di finanziamenti illegali potrebbe finire nelle spese di terzi durante un’elezione.”
I commenti di Perrault riflettono i risultati di un riepilogo del marzo del 2023 sulle minacce di interferenze straniere, nel quale si afferma che gli Stati ostili influenzano le elezioni canadesi “sostenendo clandestinamente” individui ritenuti portatori degli “interessi di Stati stranieri” ed opponendosi a coloro che non lo sono. “Per raggiungere i loro obiettivi, [essi] sfruttano le lacune nei processi di nomina dei partiti politici; si impegnano in operazioni di denaro e finanziamento; mobilitano e sfruttano le organizzazioni comunitarie; e manipolano i media”. Sebbene l’elenco sia stato in parte cancellato, come scrive la CBC (nell’articolo di Elizabeth Thompson, pubblicato ieri), tra i Paesi che secondo il rapporto sono coinvolti in interferenze straniere figurano Cina, India, Russia, Pakistan e Iran. E proprio Cina, India, Pakistan e Iran, come ha recentemente evidenziato l’avvocato Colin Singer nel suo blog Immigration.ca, sono anche nella top ten dei nuovi residenti permanenti in Canada degli ultimi anni.
Il grafico qui sopra è tratto da Immigration.ca: abbiamo evidenziato noi i nomi dei Paesi che risultano anche nell’elenco di quelli ostili al Canada