Italia

Europee, in Italia stravince l’astensionismo

ROMA – La notizia di queste elezioni europee 2024 in Italia non è la riconferma del partito della premier in carica, né l’exploit di Alleanza Verdi-Sinistra, oppure la debacle del Movimento 5 Stelle. No. La notizia è questa: per la prima volta in un voto nazionale, non è stata superata la soglia del 50%.

Non era mai successo nella storia della Repubblica Italiana che meno di un elettore su due non andasse a votare per il rinnovo del Parlamento Europeo (o per le Politiche). Un dato indubbiamente allarmante, che conferma ancora una volta la sfiducia (crescente) dei cittadini italiani verso la politica. Un dato che, oltretutto, “falsa” in un certo senso il risultato elettorale: il “quadro” che esce dalle urne è infatti estremamente parziale, giacché rappresenta meno della metà del Paese, per la precisione il 49,7% (e se si considerano anche gli elettori all’estero, l’affluenza scende al 48,2%). Stiamo parlando di ben cinque-sei punti percentuali in meno rispetto alla precedente tornata elettorale del 2019, quando la partecipazione era stata del 54,5%. Ed il calo registrato negli ultimi anni (non è una novità) sembra davvero inarrestabile, come si vede nel grafico qui sotto, realizzato da Withub e pubblicato da Tgcom 24.

Ed è al Sud che l’astensionismo si è manifestato in modo più marcato, con una percentuale di affluenza che ha toccato livelli preoccupanti. In Sardegna e in Sicilia, per esempio, si è registrato un tasso di partecipazione addirittura inferiore al 40%, mentre in Calabria si è appena superato il 40%. In Basilicata, Puglia e Campania, l’affluenza si è attestata intorno al 43%, mentre Abruzzo e Molise hanno registrato rispettivamente il 47% e il 48%. E non è stata d’aiuto nemmeno la contemporanea presenza delle elezioni comunali, in oltre 3.700 Comuni, e delle elezioni regionali in Piemonte: secondo le stime di YouTrend, in media nei Comuni dove si votava solo per le Europee l’affluenza è stata del 42,2%, mentre dove si votava sia per le Europee sia per le Amministrative è stata del 62,8 per cento: a Firenze, per esempio, si votava anche per il Comune e l’affluenza è stata del 65%, mentre nella città di Napoli – dove si votava solo per le Europee – ha votato soltanto il 42% degli aventi diritto.

Come anticipato ieri dagli exit poll, le Europee italiane hanno fatto registrare il successo di Pd, FdI, Avs rispetto alle politiche del 2022. In miglioramento Forza Italia, male il M5S. E malissimo gli Stati Uniti d’Europa di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda. Con la quasi totalità delle sezioni scrutinate mentre scriviamo (vedi la tabella sotto, dal sito del Ministero dell’Interno), FdI è il primo partito con il 28,76% (alle politiche del 2022 ebbe il 26%, alle Europee del 2019 il 6,44%). Il Pd è la forza politica che guadagna di più con il 24,11% (nel 2022 ebbe il 19,1%, nel 2019 il 22,74%). Avs è al 6,77% (nel 2022 ebbe il 3,6%). FI (che ha incorporato i voti di Noi Moderati) ha il 9,59% (nel 2022 ebbe l’8,1%, nel 2019 l’8,78%). La Lega ha l’8,98% (nel 2022 ebbe l’8,8%, nel 2019 il 34,26%). Il M5S ha il 9,98% (nel 2022 ebbe il 15,4%, nel 2019 il 17,06%). “Ci hanno visto arrivare ma non sono stati in grado di fermarci”, ha detto la premier Giorgia Meloni, alla quale ha subito replicato Elly Schlein: “Giorgia Meloni, stiamo arrivando…”. Grande delusione per gli Stati Uniti d’Europa di Renzi e Azione di Calenda, sotto lo sbarramento del 4%: restano fuori dall’Europarlamento così come Pace Terra Dignità di Santoro, Libertà – Sud Chiama Nord di De Luca e Castelli, Alternativa Popolare di Bandecchi e Democrazia Sovrana Popolare di Rizzo.

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