Nesticò: “Chi ha perso
la cittadinanza deve riaverla”

TORONTO – “Chi ha la doppia cittadinanza italiana deve essere messo nelle condizioni di riaverla”. A proporlo è Paquale Nesticò, candidato al Senato nelle fila del Partito Democratico nella ripartizione Nord e Centro America. Nato a Isca sullo Ionio, nella provincia di Catanzaro, Nesticò vive negli Stati Uniti, dove ha conseguito due lauree in elettrotecnica e in medicina e dove lavora come cardiologo. È stato Presidente del Comites di Philadelphia dal 1999 al 2004, consigliere del CGIE dal 2004 al 2015, e Segretario del Circolo del PD Philadelphia dal 2013.

Come sta andando questa campagna elettorale?
“La campagna elettorale sta andando a gonfie vele. Stiamo trovando grande disponibilità nell’elettorato. E’ un po’ anomala per i tempi ristretti e per la vicinanza alle vacanze estive, però possiamo ritenerci soddisfatti. Vogliamo ridare alla politica la maniera di servire il popolo e lo faremo”.

Come risolvere il problema del riacquisto della cittadinanza?
“Lo sostengo nel mio programma, chi ha perso la doppia cittadinanza deve essere messo nelle condizioni di riaverla. In particolar modo chi è nato in Italia. Una legge ad hoc dove partecipano alla stesura tutti gli eletti nelle ripartizioni estere. Iniziare da chi per un motivo o per un altro ha dovuto rinunciare alla cittadinanza italiana. Ci vuole un disegno di legge semplice, anche perchè si può sfruttare la doppia cittadinanza, ormai riconosciuta da tutti gli stati del mondo, in particolare delle nazioni che ospitano gli emigrati italiani”.

Mi può indicare tre temi chiave della sua piattaforma programmatica?
“Apertura di sportelli pagati a mie spese in alcune città della nostra circoscrizione elettorale come punto di riferimento per i nostri cittadini. Supporto alla piena realizzazione della parità di genere uomo-donna nel lavoro, nella famiglia e nella qualità della vita. Agevolazione per gli italiani all’Estero sulle tasse comunali, investimenti in Italia compreso acquisto casa”.

Sul fronte dei servizi consolari, quali potrebbero essere le riforme necessarie?
“Innanzitutto l’apertura di Consolati onorari per azzerare le distanze territoriali e snellire il lavoro del Consolato Generale. Informatizzazione degli uffici e anche un collegamento con gli stati esteri. Questo ci permetterà di aggiornare in tempo reale a ogni cambio, l’indirizzo degli iscritti all’Aire senza ulteriori comunicazioni da parte dei cittadini. In alcuni casi si può optare per Consolati itineranti, ovvero funzionari che si spostano nelle regioni più remote”.

Copertura sanitaria per i viaggi in Italia e carta d’identità elettronica: riusciremo ad averle per i residenti della nostra circoscrizione?
“Per quanto riguarda la carta d’identità elettronica ora mai in Italia è realtà. Quasi tutti i comuni hanno il proprio registro anagrafico digitalizzato, quindi non ci sarebbero degli impedimenti anche nel richiederla al Consolato di competenza o addirittura anche verso i comuni stessi dove il cittadino è registrato. Sulla copertura sanitaria per i viaggi, come ben sapete in Italia la gestione appartiene alle singole Regioni, quindi il sistema è più complesso ma no impossibile da realizzare. Una soluzione potrebbe essere l’accordo tra i vari Stati per riconoscere la copertura almeno per brevi periodi, come succede per le patenti. Infine, insieme a Ministero della Salute e alle Regioni introdurre una norme che consenta agli iscritti all’Aire di accedere al Servizio Sanitario Nazionale come un normale cittadino”.

Cosa fare per difendere e promuovere il Made in Italy?
“È un tema del quale si parla da decenni ma che ancora non è stato affrontato degnamente. La nostra economia si basa su questo brand che ha bisogno di tutela e promozione. Ci vuole vigilanza contro le contraffazioni, incentivare artigianato, start up per la produzione e con l’aiuto dell’informatica rintracciare i prodotti che, in realtà, sono soltanto imitazioni e non provenienti dal nostro Made in Italy”.

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