TORONTO – Tradizionalmente, per anni i media hanno fatto affidamento sulla pubblicità come principale fonte di finanziamento. Si sono sempre più spostati verso modelli di sussidi governativi attraverso i quali i finanziamenti federali sono diventati essenziali per la loro sopravvivenza. Ma c’è una crescente pressione sul governo federale affinché agisca sulla questione della remunerazione dei media.
All’inizio di questo mese, il ministro del Canada’s Heritage Pablo Rodriguez ha presentato alla Camera dei Comuni il disegno di legge C-11, l’Online Streaming Act. La proposta di legge mira a creare maggiori opportunità per mostrare e supportare i talenti canadesi. Comprenderebbe anche misure che richiederebbero alle emittenti online e ai giganti delle piattaforme di fornire contributi finanziari a sostegno dei creatori e della programmazione canadesi.
Mentre il settore dell’informazione continua ad evolversi, la pandemia di Covid-19 ha esacerbato la già difficile situazione finanziaria dei media. Secondo News Media Canada, nel 2021 i Canada’s Newspaper Titles erano a quota 1.024. Questo totale avrebbe potuto essere più alto; tuttavia, tra il 2020 e il 2021, 82 giornali avevano cessato la propria attività ed hanno avuto un impatto su migliaia di posti di lavoro. Pubblicazioni che avrebbero anche potuto beneficiare di introiti pubblicitari.
Ad esempio, le entrate pubblicitarie dei giornali nel 2019 sono state pari a $ 1,4 miliardi. Un anno dopo, quella cifra è scesa a soli $ 941 milioni. Con il passaggio della tecnologia alle piattaforme online, Internet e media hanno registrato un aumento delle entrate, passando da 8,7 miliardi di dollari nel 2019 a 9,6 miliardi di dollari nel 2020.
I giganti globali di Internet come Google e Facebook rappresentano oltre l’80% del mercato pubblicitario totale in Canada. Si prevede che il governo federale presenterà presto una legislazione che affronterà la questione della remunerazione dei media sotto forma di un disegno di legge di compensazione delle notizie.
L’anticipazione nasce dalla Ministerial Mandate Letter (dicembre 2021) al Ministro Rodriguez. La lettera delinea le direttive per il ministro di introdurre una legislazione che chiede ai giganti del web di “pagare la loro giusta quota” per l’utilizzo dei contenuti dei media canadesi sulle loro piattaforme. Ciò cercherebbe di frenare il potere delle piattaforme digitali e contribuirebbe a rafforzare le organizzazioni dei media canadesi che hanno perso milioni di entrate a favore delle società statunitensi.
Altri paesi hanno iniziato ad agire per supportare i propri media nazionali. Ad esempio, il 2 marzo 2021 l’Australia ha emanato una legislazione denominata News Media and Digital Platforms Mandatory Bargaining Code.
Il codice australiano è progettato per affrontare gli squilibri di potere contrattuale tra le piattaforme digitali e le testate giornalistiche del paese. Consente inoltre alle agenzie di stampa di negoziare individualmente o collettivamente con piattaforme digitali come Google e Meta (la società madre di Facebook) un equo compenso per l’inclusione di contenuti di notizie sulle piattaforme e nei loro servizi.
Quando il disegno di legge sulla compensazione delle notizie emerge alla Camera dei Comuni canadese, il governo ha indicato che dovrebbe essere “modellato sull’approccio australiano”. Il Corriere ha chiesto al ministro Rodriguez quando i canadesi possono aspettarsi di conoscere i dettagli della proposta di legge. Un portavoce dell’ufficio del ministro ha affermato che “una data per la legislazione sulle notizie online non è stata fissata in modo preciso a causa degli eventi di Ottawa”.
Se una legge simile, a quella australiana, passa in Canada, potrebbe significare che gli editori di notizie canadesi potrebbero iniziare a negoziare accordi preziosi con le principali piattaforme digitali che utilizzano e visualizzano i loro contenuti.
(Traduzione in Italiano a cura di Mariella Policheni)