TORONTO – Clima rovente nella corsa alla leadership del Partito Conservatore. A una manciata di giorni dalla scadenza fissata dalla dirigenza tory per ufficializzare le candidature – gli aspiranti leader avranno tempo fino al 29 aprile per depositare i 300mila dollari necessari per correre – i candidati continuano a girare il Paese con l’obiettivo di stimolare il tesseramento in vista del voto per la successione dell’ormai ex leader Erin O’Toole.
Sanità, economia, politiche sociali, energia e inflazione sono stati i principali temi che hanno alimentato il dibattito nel fine settimana, con la presa di posizione di Jean Charest destinata a far discutere. L’ex premier del Quebec, infatti, durante un suo intervento ha mostrato alcune timide aperture verso la privatizzazione del sistema sanitario canadese: un tema questo che in passato ha diviso non solo il Partito Conservatore, ma l’intera opinione pubblica canadese. Charest ha sottolineato come a suo avviso la sanità del nostro Paese dovrebbe superare l’attuale modello che prevede il sostanziale monopoli pubblico permettendo “a chi eroga servizi sanitari privati di contribuire all’innovazione della sanità” canadese. Allo stesso tempo nella piattaforma programmatica dell’ex premier del Quebec è presente anche la proposta di dare maggiori poteri decisionali alle singole province, concedendo loro il diritto di “attivare il modello sanitario migliore per le loro esigenze”. Durante l’ultima corsa alla leadership conservatrice, lo stesso O’Toole si era detto pronto a rivedere il modello della sanità pubblica canadese e le sue posizioni aveva attirato critiche a non finire.
Nel frattempo Pierre Poilievre, il candidato da battere secondo tutti i sondaggi, nel fine settimana è tornato ad attaccare il governo federale per il suo sostanziale immobilismo su due fronti: quello energetico, con i prezzi della benzina ancora alle stelle, e quello dell’inflazione, per via della crescita esponenziale del costo della vita in Canada.
Durante la tappa elettorale a Timmins, il deputato di Carlton si è scagliato contro “la carbon tax frutto della coalizione Ndp-liberali, con la benzina che è schizzata a 2 dollari al litro. Il Nord dell’Ontario ha bisogno di un primo ministro che abbassi il prezzo del carburante, eliminando la carbon tax”. Poi, un altro affondo: “Negli ultimi due anni, i liberali hanno approvato spese per altri 200 miliardi di dollari che non hanno nulla a che fare con il Covid. Il costo del governo sta inflazionando il costo della vita per i canadesi”.
Nel weekend ha parlato anche Leslyn Lewis, la candidata di Toronto giunta terza nell’ultima corsa alla leadership vinta da O’Toole. Nel suo intervento la deputata ha sottolineato l’importanza del ritorno al valori del Partito Conservatore, e si è detta pronta a riunificare la destra canadese dopo anni di faide interne che ne hanno minato la stabilità e la forza politica.
“Se guardiamo alle grandi città come il Greater Toronto Area – ha dichiarato – come ai grandi centri urbani, vediamo che la maggioranza degli abitanti sia composta dalla popolazione immigrata. E questi individui condividono i valori conservatori. Sono persone che hanno rischiato e lasciato il loro paese per venire qui per inseguire il sogno canadese di possedere una casa, educare i loro figli, e hanno anche una forte fede e valori familiari”. “Sono una popolazione che può essere raggiunta dai nostri valori sociali conservatori. E credo che se si vedono all’interno del partito, graviteranno attorno al partito”.
“Il motivo per cui ho fatto così bene nell’ultima corsa alla leadership è perché sono una persona inclusiva. Sono a favore della vita – ha detto riferendosi all’aborto – Credo che con le persone che sono invece per la scelta possiamo avere una conversazione. In effetti, molti dei miei amici più cari hanno vedute diverse dalle mie e abbiamo grandi conversazioni – ha concluso Lewis – Non abbiamo bisogno di parlare delle cose che ci dividono”.
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