TORONTO – Il conto alla rovescia è già partito. Mark Carney e Chrystia Freeland (nelle foto sopra) sono pronti ad annunciare la loro candidatura alla leadership liberale, una corsa ad ostacoli che terminerà il prossimo 9 marzo con l’elezione del nuovo leader di partito che automaticamente diventerà anche il 24° primo ministro della storia canadese.
L’ex governatore di Bank of Canada annuncerà la sua discesa in campo domani a Edmonton, sua città natale, mentre l’ex ministro delle Finanze romperà gli indugi poco dopo, probabilmente nel fine settimana: stando a quanto è emerso nelle ultime ore, la Freeland confermerà la propria candidatura prima del passaggio di consegne alla Casa Bianca tra Joe Biden e Donald Trump, in programma lunedì 20 gennaio a Washington.
A prescindere da quelle che potranno essere le altre candidature, dopo la rinuncia di altri potenziali papabili come Melanie Joly, Dominic LeBlanc e Anita Anand, la leadership si prospetta come una corsa a due dove difficilmente un eventuale outsider avrà modo di inserirsi. Chi nutre questa speranza è l’attuale capogruppo alla Camera Karina Gould, che annuncerà la propria candidatura questa settimana, mentre non sarà della partita Chrysty Clark: l’ex premier della British Columbia ha fatto sapere ieri che non si candiderà. E non correrà nemmeno un altro big, François-Philippe Champagne, che ieri a Toronto ha confermato la sua rinuncia.
Sarà invece della corsa, salvo ripensamenti dell’ultimo momento, l’mp Jaime Battiste, eletto nel distretto di Sydney-Victoria, in Nova Scotia. Il suo obiettivo, come confermato ieri, è quello di diventare il primo nativo a diventare leader del Partito Liberale e primo ministro canadese.
Carney lunedì sera è stato uno degli ospiti del popolare “The Daily Show” condotta da Jon Stewart. L’ex governatore di Bank of Canada non si è sbilanciato troppo sulle sue future intenzioni, ma dalle sue parole si è capito chiaramente come i tempi siano maturi per la sua discesa in campo. Carney ha affermato che la decisione del primo ministro Justin Trudeau di dimettersi aumenterà le possibilità del partito alle prossime elezioni generali.
Durante l’intervista, Carney ha riconosciuto le numerose sfide che i canadesi hanno dovuto affrontare negli ultimi anni, tra cui l’accessibilità degli alloggi e l’inflazione.
“A dire il vero, il governo non si è concentrato su questi problemi come avrebbe potuto. Dobbiamo concentrarci su di loro immediatamente. Questo può succedere ora”, ha detto Carney. Quando gli è stato chiesto subito dopo se si stesse “candidando come un outsider”, Carney ha semplicemente risposto: “Sono un outsider”.
Alla domanda sulla “fattibilità politica” della lotta al cambiamento climatico e se politiche come la tassa sul carbonio per i consumatori renderebbero più difficile la corsa per una carica federale, Carney si è fermato prima di approvare il controverso programma.
“Dobbiamo farlo in modo che i canadesi di oggi non ne paghino il prezzo”, ha detto Carney.
“La stragrande maggioranza delle nostre emissioni in Canada proviene dal nostro settore. In effetti, quasi il 30% delle nostre emissioni dal Canada proviene dalla produzione e dalla spedizione di petrolio negli Stati Uniti. Quindi parte di questo è ripulirlo, ridurre quelle emissioni, più che cambiare in un periodo di tempo molto breve il modo in cui vivono i canadesi”.
La carbon tax per i consumatori è entrata in vigore nel 2019 sotto il governo Trudeau ed è diventata impopolare tra i canadesi. I conservatori – che si sono impegnati a “tagliare la tassa” – hanno usato la politica per attaccare i liberali per anni. La tassa ha anche ricevuto una significativa opposizione dalla maggior parte dei premier, tra cui il premier liberale di Terranova e Labrador Andrew Furey, e alcuni parlamentari liberali hanno persino espresso il desiderio di abolirla.
Questo aprile, il prezzo del carbonio è destinato ad aumentare a 95 dollari a tonnellata da 80 dollari a tonnellata nelle province in cui si applica il backstop federale, costando agli automobilisti 3,3 centesimi in più al litro alla pompa. Si prevede che la tassa aumenterà di altri 15 dollari all’anno fino a raggiungere i 170 dollari a tonnellata nel 2030.