Il Commento

Dibattito CPC # uno. Non c’è ancora
bisogno del colpo del ko

TORONTO – Tutti i canadesi sono interessati all’evolversi ed all’esito della sfida per la leadership del Partito Conservatore del Canada (CPC), indipendentemente dall’affiliazione partigiana. Con buona pace degli altri partiti (Bloc Quebecois, Green, Liberal e NDP) il CPC è uno dei due partiti con qualche possibilità realistica di formare un governo federale. L’altro sono i Liberali.

Il dibattito sulla leadership di giovedì è stato rinfrescante per chiunque fosse alla ricerca di una discussione genuina sui temi di pubblico interesse, anche quelli attualmente smorzati dalla censura della correttezza politica. A questo osservatore sembrava che i campi minati di attualità come “Diritto alla vita”, i valori del wokismo e il rispetto reciproco di standard etici professionali in un dibattito non fossero “off limits”.

I cinque candidati (il sesto era inspiegabilmente assente) davano l’impressione di fare un’audizione per il Planning and Priorities Committee of Cabinet, il comitato esecutivo che serve da guida per il Consiglio dei Ministri. In generale, si sono comportati di conseguenza. Mi sono chiesto: possono lavorare insieme, e c’è qualche legame nella loro visione del loro Partito in cui un tipico canadese potrebbe vedere un’attrattiva o nella cui definizione potrebbe riconoscersi? Su quest’ultimo punto, non c’erano posizioni oltraggiose che potessero dissuadere i canadesi dal considerarle seriamente.

Su due “questioni scottanti” così care ad alcuni elementi dei media mainstream (identità di genere/sesso e questioni di coscienza “vita/scelta”), il profilo demografico di Statistics Canada, censimento 2021, avrà aiutato tutti i candidati; stesso come il dibattito sull’imminente decisione della Corte Suprema su Wade v. Roe negli Stati Uniti.

La prima questione ha un impatto diretto sullo 0,33% dei canadesi, mentre la seconda ha un impatto diretto sullo 0,01% delle donne in età fertile. Nessuno dei due argomenti è stato affrontato con l’isteria esibita dal ministro regionale delle finanze nella Colombia Brittanica e il suo famoso commento “dovrete passare sul mio cadavere”. Non fa parte del dibattito e la sua affiliazione partigiana è altrove.

Piuttosto, il dibattito sembrava trovare un equilibrio tra la messa in mostra della competenza professionale dei candidati e la provocazione dell’appello pubblico, lasciando spazio per mostrare il livello di “fuoco nella pancia” di quegli stessi candidati. È un equilibrio sottile il cui punto di svolta potrebbe potenzialmente sconvolgere l’intenzione di creare e presentare un’alternativa sana e credibile all’attuale governo.

Ovviamente alcuni militanti hanno già deciso. Dal nostro punto di vista però, “nessuno ha superato il limite”; tuttavia, sono tempi precoci e il sesto candidato non ha partecipato. Per ora, la maggior parte si è attenuta alle questioni economiche e politiche legate all’unità (Partito e Paese) e inserendo i propri temi di “vai a” per i prossimi dibattiti. Sarebbe dovuto bastare per un dibattito introduttivo. Lo era.

Tutti i candidati sembravano aver interiorizzato i loro messaggi elettorali a un livello che normalmente non si vedeva in questi tipi di dibattiti/scontri in questa fase della sfida. Il vincitore, a mio avviso, è il PC Party regionale in Ontario.

Si. Non sono emersi dei negativi che l’opposizione al governo nella campagna provinciale potesse poi estrapolare e addossare sul Premier.

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