Il Commento

Del Grande vs TCDSB:
corruzione dall’interno

TORONTO – L’avvocato di Del Grande si presenta alla Corte con alcune credenziali accademiche e professionali [esperienza] impressionanti. Il suo curriculum dice che, tra l’altro, ha un dottorato in Giurisprudenza, ha lavorato presso la Corte Suprema negli Stati Uniti, è autorizzato ad esercitare nella British Columbia e in Ontario e ha ricercato e presentato casi di fama davanti ai tribunali negli Stati Uniti e in Canada. Un laico potrebbe concludere che “sa di che cosa parla”.

Il tribunale dinanzi al quale ha perorato la causa di Del Grande si trova di fronte a valutare la sua presentazione e interpretazione dei diritti di Del Grande come singolo cittadino e come funzionario eletto nell’esercizio delle sue funzioni. In altre parole, il caso riguarda tanto “me che te” dal momento che riguarda il modo in cui operano le organizzazioni che affermano di esistere a beneficio del pubblico.

Se Lugosi è stato convincente, il quadro consequenziale non è di buon auspicio per coloro che hanno deliberatamente provocato e tenuto in vita la farsa con la quale per quasi tre anni hanno preso di mira Del Grande. Potrebbe servire come caso di studio sull’abuso di potere e sulla cinica malizia di coloro che indossano l’abito della rettitudine.

Le argomentazioni di Lugosi, sostenute da voluminosi “facta e autorità” (citazioni di precedenti legali), erano/sono quasi convincenti. Si riducono a questo: una volta che il consiglio dei trustee prende/ha fatto una “delibera” nei confronti di Del Grande, o di qualsiasi altro individuo [querelante], quel consiglio non ha l’autorità legale per rivedere e modificare quella decisione, ha affermato Lugosi.

L’avvocato di Del Grande, Charles Lugosi

Nessuno statuto della legislatura lo consente: non le leggi del Canada emanate e promulgate sotto l’autorità della Costituzione; non la legge sull’istruzione che regola la maggior parte delle attività di qualsiasi Provveditorato, e non la legge “amministrativa” che regola il processo e l’iter decisionale. Infatti, il concetto di “nello spirito e nella lettera della legge”, vieterebbe le azioni intraprese dal consiglio per infangare la reputazione di Del Grande.

Se il Provveditorato, in qualità di giuria di pari o in qualità di “Amministratore” è stato/era stato scontento della propria decisione di “assolvere” (dichiarare Del Grande non colpevole), avrebbe potuto ricorrere ad un processo di riesame giudiziario – una via che gli era stato consigliato di considerare – ma ha fatto una scelta diversa.

In effetti, ha affermato Lugosi, il consiglio “ha arrogato poteri che non ha ai sensi della legge [Istruzione]” per modificare il risultato che non aveva ottenuto la prima volta.

Inoltre, si è impegnato nel “ricostruire all’inverso” per ottenere ciò che voleva. Nulla in alcuno statuto della legislatura concede l’autorità ai consigli e alle giurisdizioni subordinate il permesso di colmare quelle che considerano (per ragioni proprie) eventuali lacune percepite negli statuti parlamentari.

Il dottor Lugosi sostiene che questo abuso di processo, l’ingiustizia intrinseca del TCDSB nel rivendicare diritti [che non possiede] solo perché il consiglio pensa di poterlo fare, pone il consiglio stesso ed i suoi membri fiduciari in violazione del suo requisito di “vivere all’interno della legislazione abilitante”. In breve, non si trattava solo di un atto illecito, ma offendeva anche il principio giuridico di [evitare] il “doppio rischio”. Mettendo così del Grande in una situazione impossibile.

Sebbene qualsiasi consiglio possa modificare la propria decisione su “questioni operative” che implicano l’allocazione di risorse in base alla presentazione di informazioni “nuove e rilevanti”, ciò non ha comportato né risorse né informazioni “de novo”. Peggio, ha affermato Lugosi, il Cda aveva in suo possesso la “denuncia” di Del Grande che spiegava “la sua versione” [delle argomentazioni legali che non avrebbe mai dovuto presentare].

Il consiglio non l’ha distribuita agli amministratori. Indipendentemente dal risultato, a questo osservatore sembra che qualcuno sia stato intenzionalmente negligente. L’ex avvocato interno del TCDSB, Paul Matthews, tuttavia confermò per iscritto che il consiglio aveva ritenuto che Del Grande non fosse stato in violazione del Codice di Condotta per i Fiduciari. La decisione è stata debitamente certificata dal Direttore/Segretario e comunicata ad organismi esterni.

Quanto alla Legge, secondo Lugosi, quello che ne è seguito non può che essere considerato un insolito e straordinario attacco allo schema amministrativo per assicurarsi ciò che la Legislatura nella sua saggezza non ha dato ad alcuna “autorità [subordinata], o consiglio”. Il TCDSB ha quindi messo in moto “insolite”, “circostanze straordinarie” per ribaltare le proprie regole, ignorare i principi legali e la Legge “per incastrare” Del Grande.

Come qualcuno che ha seguito “l’evoluzione del caso” dall’autunno del 2019 al 19 ottobre 2022, solo una cosa è cambiata tra quella prima scoperta dell’innocenza e oggi: l’assunzione di Brendan Browne come nuovo direttore.

Seguirà un altro articolo.

PER LEGGERE I COMMENTI PRECEDENTI: https://www.corriere.ca/il-commento/

More Articles by the Same Author: