Canada

Dazi e controdazi: inizia la guerra commerciale

TORONTO – Inizia la guerra commerciale tra il Canada e gli Stati Uniti. A partire da domani tutti i prodotti canadesi che entreranno nel mercato statunitense saranno soggetti a un dazio doganale del 25 per cento, che sarà quindi pagato dai consumatori americani. Per quanto riguarda i prodotti energetici – petrolio in primis – il sovrapprezzo sarà del 10 per cento. Contemporaneamente, il governo canadese imporrà sempre da domani controdazi su una lunga lista di prodotti per un valore di 30 miliardi di dollari, che aumenteranno tra tre settimane di altri 125 miliardi di dollari. L’esito di questo braccio di ferro tra Ottawa e Washington è davvero incerto: l’unica certezza, come ripetono gli economisti, è che in una guerra commerciale non può esserci un vincitore, ma solo sconfitti.

Il neo presidente americano Donald Trump ha quindi mantenuta la promessa di attivare i dazi contro il Canada, il Messico e la Cina, giustificando la mossa con la necessità di questi tre Paesi di fare di più nella lotta contro l’immigrazione clandestina e lo spaccio internazionale del fentanyl. Allo stesso tempo, l’inquilino della Casa Bianca punta il dito contro lo squilibrio nella bilancia commerciale con il Canada, che secondo i suoi calcoli viaggia sull’ordine dei 250-300 miliardi di dollari all’anno. Cifre queste smentite dai fatti, visto che sia Statistics Canada che il dipartimento del Commercio americano indicano questo disavanzo a quota 55 miliardi di dollari.

“Le misure di oggi sono necessarie per mettere Cina, Messico e Canada davanti alla loro responsabilità di non aver fermata l’ondata di farmaci velenosi negli Stati Uniti”, afferma la Casa Bianca su X riferendosi al fentanyl, la droga più potente dell’eroina che ha ucciso milioni di persone negli Usa. Trump accusa anche il Messico di avere “un’alleanza con i cartelli della droga”. “Durante la campagna elettorale ho promesso agli americani che li avrei protetti dal flusso di migranti illegale e droghe. È il mio dovere e hanno votato a valanga per questo”, ha scritto Trump sui social dopo la firma. “Non c’è niente che Canada, Messico e Cina possano fare per evitare i dazi”, ha detto dallo Studio Ovale il presidente americano Donald Trump, che aveva già annunciato l’imposizione delle tariffe in campagna elettorale, ventilando tuttavia percentuali molto più pesanti (fino al 60% per i prodotti cinesi).

Il Canada, dal canto suo, sta rispondendo ai dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump con controdazi per un valore di 155 miliardi di dollari, che entreranno in vigore in due trance, domani e tra ventuno giorni.

“Stasera – ha detto sabato il primo ministro dimissionario Justin Trudeau in un discorso alla nazione – annuncio che il Canada risponderà all’azione commerciale degli Stati Uniti con tariffe del 25% contro un valore di 155 miliardi di dollari di merci americane”.
Per Trudeau, i controdazi in due tempi “consentiranno alle aziende e alle catene di approvvigionamento canadesi di cercare e di trovare alternative”.

Il primo ministro ha aggiunto che la risposta del Canada “sarà di vasta portata e includerà articoli di uso quotidiano come birra americana, vino e bourbon, frutta e succhi di frutta, compreso il succo d’arancia, insieme a verdure, profumi, vestiti e scarpe”. L’elenco dei beni soggetti a dazi includerà i principali prodotti di consumo come elettrodomestici, mobili e attrezzature sportive e materiali come legname e plastica. La risposta del Canada potrebbe includere anche misure non tariffarie incentrate sulla fornitura di minerali critici o sull’approvvigionamento di energia. Chiedendo ai canadesi di essere solidali l’uno con l’altro, Trudeau ha detto: “In questo momento, dobbiamo unirci”.

Trudeau ha esortato i canadesi ad acquistare prodotti locali.

“Ci sono molti modi per fare la vostra parte. Potrebbe significare controllare le etichette al supermercato e scegliere prodotti di provenienza canadese. Potrebbe significare optare per la segale canadese rispetto al bourbon del Kentucky o rinunciare del tutto al succo d’arancia della Florida”, ha detto.

“Potrebbe significare cambiare i vostri piani per le vacanze estive per rimanere qui in Canada ed esplorare i numerosi parchi nazionali e provinciali, i siti storici e le destinazioni turistiche che il nostro grande paese ha da offrire”.

Il Wall Street Journal intanto attacca Trump sui dazi, parlando della “guerra commerciale più stupida della storia”. In un editoriale del board del giornale economico si critica in particolare l’imposizione di tariffe più alta per i vicini degli Stati Uniti rispetto a quelle contro la Cina. “I famigerati avversari americani… Messico e Canada saranno colpiti da una tassa del 25%, mentre la Cina, un vero avversario, del 10%. Una mossa che ricorda la vecchia battuta di Bernard Lewis secondo cui è rischioso essere nemico dell’America ma può essere fatale esserne amico”, si legge nell’articolo. Ma Pechino a parte, attacca l’editorial board, “la guerra commerciale di Trump non ha nessun senso e renderà l’economia degli Stati Uniti meno competitiva”.

In alto, Donald Trump con uno dei suoi “ordini presidenziali” (foto: Casa Bianca) 

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