Cultura

Riaprono le porte
del Palazzo Fortuny a Venezia

VENEZIA – Se siete degli irriducibili appassionati di serie tv e pellicole ambientate negli anni ’10 e ’20 del Novecento di certo avrete potuto ammirare sul piccolo e grande schermo la bellezza degli abiti “Delphos”, creazioni plissettate nate dal genio di Mariano Fortuny y Madrazo che di Venezia fece la sua patria elettiva.

Ha riaperto da pochi giorni Palazzo Pesaro degli Orfei, scenario incantevole che fece da scrigno di sogni e tesori per Mariano e la moglie, Henriette Nigrin. Trascorsi due anni dalla disastrosa ’Acqua Granda’ (dopo i necessari interventi conservativi al piano terra, fortemente danneggiato nel novembre 2019), la dimora-atelier dell’artista di origini spagnole (nato a Granada nel 1871), che all’inizio del secolo scorso elesse la sede della Serenissima quale luogo per le sue multiformi sperimentazioni, viene infine ridata alla memoria della cittadinanza e del mondo, diventando sede museale permanente. Il fascinoso allestimento è stato ideato da Pier Luigi Pizzi – scenografo, architetto, regista – con l’aiuto di Gabriella Belli e Chiara Squarcina, un allestimento che rievoca le atmosfere di uno dei luoghi più iconici della regina dell’Adriatico all’inizio del secolo XX.

Quando Mariano mise piede per la prima volta a Palazzo Pesaro degli Orfei nel 1898, l’edificio (esempio superbo e più ampio del tardo gotico fiorito lagunare) era in stato di indicibile decadenza. Ma Mariano ne rimase talmente affascinato che nel giro di una manciata d’anni riuscì a riportarlo al suo splendore, ridando equilibrio e proporzione alla struttura. In breve tempo, il nobile edificio tra Campo San Beneto e Rio Michiel divenne la sua dimora, laboratorio alchemico di sperimentazioni artistiche e scenotecniche, un atelier prodigioso, organizzato ed adibito insieme alla moglie Henriette, nonché salotto privilegiato dell’élite culturale veneziana ed internazionale.

Il sodalizio tra Comune e Ufficio tecnico e Manutenzioni della Fondazione Musei Civici della città, sostenuto dai finanziamenti di Art Bonus grazie all’importante contributo del marchio PAM Panorama, ha portato al formidabile restauro del Portego cui si accede da Campo San Beneto, con la riorganizzazione completa dei servizi di accoglienza. Allo stesso tempo, si è potuto ripensare l’allestimento degli ambienti del palazzo in senso filologico. Il percorso espositivo è infatti straordinariamente suggestivo, portando il visitatore ad un’autentica immersione nell’atmosfera di uno dei fulcri della cultura della Venezia della Belle Époque.

Immancabile e fondamentale la collaborazione preziosa per i prossimi 5 anni con Tessuti Artistici Fortuny SRL.

Caleidoscopico, eclettico, talentuoso ed esotico artista, Mariano seppe fare tesoro della modernità e delle innovazioni del XX secolo. Capace imprenditore, si cimentò sempre con successo nella pittura, scultura, incisione, fotografia, nel teatro, nell’illuminotecnica, design, nella moda e nella creazione di tessuti per l’arredamento.

Pregevoli vetri di Murano e notevoli armi ed armature spagnole sono tra gli elementi che spiccano all’interno della sua collezione personale, ora arricchita anche con opere provenienti dai Musei Civici. Trovare compendio nobile ed arguto per rendere giustizia alla personalità di Mariano Fortuny y Madrazo è senza dubbio arduo cimento.

Ci si può però rifare all’epitaffio a lui dedicato che ricorda inoltre la Musa sempiterna ed ineffabile della città lagunare perché, senza di essa, forse Fortuny non sarebbe esistito: «A Venezia il suo spirito si nutrì delle bizzarrie gotiche, della misura rinascimentale, del colore della luce d’Oriente…».

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