TORONTO – Jean Charest sarebbe pronto a rompere gli indugi e candidarsi alla corsa alla leadership del Partito Conservatore. Con il passare dei giorni si moltiplicano le voci e i rumors riguardo l’intenzione dell’ex premier del Quebec di lanciare il guanto di sfida a Pierre Poilievre, per ora l’unico candidato ufficiale alla successione di Erin O’Toole dopo che il partito ha dato il proprio benservito all’ormai ex leader.
Ultima conferma circa la possibile candidatura di Charest è arrivata da una fonte di partito, che ha parlato in condizioni di anonimato a Radio-Canada, che ha ribadito come l’ex premier della provincia francofona sia sul punto di annunciare la sua discesa in campo. Forti pressioni su Charest sarebbero arrivate dalla base quebecchese del Partito Conservatore e da quei parlamentari – per ora sono usciti allo scoperto solamente quattro – che non vedono di buon occhio un Partito Conservatore adagiato sulla figura di Poilievre, considerato troppo estremista e quindi incapace di intercettare il voto moderato necessario per conquistare la maggioranza assoluta dei seggi. “Abbiamo registrato un forte sostegno in tutte le province – ha aggiunto la fonte anonima – la gente si sorprenderà del livello di sostegno in tutto il Canada, anche nelle province dell’Ovest”.
In ogni caso, almeno per il momento, l’unico candidato in corsa alla segreteria del partito è appunto Poilievre, che può contare su un significativo supporto a livello parlamentare – gli endorsement ufficiali nei suoi confronti da parte dei deputati hanno superato quota trenta – e su un buon livello di appoggio sul territorio. A livello locale la base del partito, la prima a ribellarsi apertamente all’ex segretario O’Toole, ha accolto positivamente la candidatura dell’attuale ministro della Giustizia ombra, considerato un candidato preparato e pronto a sfidare il primo ministro Justin Trudeau.
Per ora altri nomi su potenziali candidature continuano a circolare senza però trovare conferme. Tra gli esponenti di punta della galassia conservatrice sono stati tirati in ballo Doug Ford – che si è immediatamente defilato – il premier dell’Alberta Jason Kenney – che si è detto non interessato – e il sindaco di Brampton Patrick Brown, che ha preferito non commentare, alimentando le voci su un suo possibile interessamento. Insieme a loro troviamo anche Tasha Kheiriddin, editorialista del National Post e commentatrice d’area conservatrice: stando a quanto emerso negli ultimi giorni, la sua candidatura potrebbe davvero concretizzarsi se non dovessero saltare fuori altri potenziali candidati di peso da contrapporre a Poilievre.
In ogni caso c’è ancora tempo. La commissione del Partito Conservatore che si occupa di amministrare la corsa alla leadership non ha nemmeno fissato la tabella di marcia che porterà alla nomina del nuovo leader. Da un lato vi sono le pressioni di coloro che vogliono una corsa breve, da consumarsi non oltre il prossimo luglio, per poter dare il tempo al nuovo leader di sfidare Trudeau il prima possibile.
Dall’altro invece troviamo numerosi conservatori che predicano prudenza, che vogliono una corsa alla leadership più lunga nella quale si dibatta davvero non solo sugli obiettivi pratici e di breve termine, ma anche sull’identità smarrita dello stesso partito.
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