Canada

Caos Carbon Tax: Poilievre all’attacco, David Eby unico premier a favore

TORONTO – È ancora la querelle sulla Carbon Tax ad animare il dibattito politico canadese. Con i premier sul piede di guerra, con una decina di proteste organizzate da cittadini e associazioni di categoria un po’ in tutto il Paese e con l’opposizione che chiede il passo indietro, il primo ministro Justin Trudeau si trova ancora una volta al centro della bufera. E pensare che l’introduzione della Carbon Tax nel 2019 era stata accompagnata da un sostanziale consenso da parte di quasi i tutti leader provinciale. Anche perché la legge in vigore permette una certa libertà di manovra dei premier. Il meccanismo, infatti, è abbastanza semplice: si parte dall’assunto che viene messo un prezzo all’inquinamento. Il costo da pagare è stabilito dal governo federale sotto forma di imposta sul carbonio per ogni singola tonnellata di gas inquinante riversato nell’atmosfera, con il prezzo destinato a salire negli anni secondo una tabella di marcia prestabilita. Le singole Province possono scegliere se adottare tout court la Carbon Tax federale, o se approvare una singola legislazione che si basi però sui medesimi meccanismi prestabiliti da Ottawa.

Negli ultimi mesi in fronte No Carbon Tax ha ingrossato le sue fila, accogliendo premier di ogni partito politico, l’ultimo dei quali il neodemocratico Wab Kinew, leader del Manitoba, che ha comunicato al primo ministro l’intenzione di creare un sistema autonomo di tassazione dell’inquinamento. In questo momento David Eby della British Columbia è l’unico premier rimasto a difendere la Carbon Tax federale: tutti gli altri o si sono detti contrari o si sono dichiarati pronti a scegliere la strada dell’autonomia impositiva. Ontario, Alberta e Saskatchewan sono completamente contrari alla Carbon Tax, le restanti province hanno chiesto attraverso i loro premier una pausa negli aumenti che invece sono scattati il primo di aprile.

Di fronte a questo marasma, caratterizzato da accuse, veleni e polemiche senza fine, è emersa l’esigenza di fare chiarezza, con il premier liberale del Newfoundland and Labrador Andrew Furey che ha chiesto un meeting d’emergenza con Trudeau e gli altri premier per trovare una via d’uscita. Al momento il primo ministro non ha dato la sua disponibilità e questo ha attirato le critiche di Pierre Poilievre: il leader del Partito Conservatore ha inviato Trudeau ad ascoltare le richieste dei premier e di convocare un meeting con tutti i leader delle Province e dei Territori. “Devi sederti con i premier e ascoltarli”, ha scritto Poilievre in una lettera a Trudeau diffusa sui social media. “Chiedo che, entro sei settimane dalla ricezione di questa lettera, convochiate una riunione di emergenza dei 14 premier del Canada per discutere della crisi della Carbon Tax. Inclusa in queste discussioni dovrebbe essere la vostra volontà di consentire alle province di rinunciare alla tassa federale sul carbonio e perseguire altre idee responsabili per ridurre le emissioni senza tasse”.

Nella foto in alto, una protesta contro la Carbon Tax in Manitoba

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