Canada

Caucus, suppletive e ritorno a Ottawa: si aprono due settimane di fuoco per Justin Trudeau

TORONTO – La pausa estiva è agli sgoccioli anche per la classe politica canadese. Ieri si è aperta una finestra di due settimane che sarà decisiva per il futuro del governo liberale, in particolare per la leadership di Justin Trudeau che dura ininterrottamente dal 2015. L’agenda politica è ricchissima, tra il vertice del caucus grit a Nanaimo, in British Columbia, dal 9 all’11 settembre, per arrivare al riavvio dei lavori parlamentari per questo ultimo anno della legislatura e l’appuntamento fondamentale delle elezioni suppletive il 16 settembre. In quattordici giorni ci potrebbero essere degli scossoni politici dagli esiti imprevedibili.

Dopo la tre giorni di Halifax, dove Trudeau ha convocato gli altri componenti del governo per ricalibrare l’azione dell’esecutivo in vista della riapertura della House of Commons, dal 9 all’11 settembre è previsto invece i raduno del gruppo parlamentare.

Durante il meeting il primo ministro illustrerà quelle che sono le priorità dell’agenda di governo che costituiranno la base del prossimo budget federale, l’ultimo prima del previsto ritorno alle urne nell’ottobre del 2025.

Il meeting inizierà il 9 settembre con incontri per i caucus indigeni, rurali e femminili. Il giorno seguente inizierà con la riunione dei caucus regionali, seguita successivamente dalla prima riunione del caucus nazionale dopo la pausa estiva. L’11 settembre, entrambe le sessioni saranno dedicate alle riunioni dei caucus nazionali.

Il caucus dovrebbe ricevere un briefing sulla preparazione alle elezioni da parte del partito, anche se su questo punto non sono arrivate conferme ufficiale da parte degli organizzatori dell’incontro del gruppo parlamentare in British Columbia.

È del tutto evidente che Trudeau dovrà affrontare anche i numerosi nodi che sono venuti al pettine, dal crollo del consenso popolare verso il Partito Liberale – che in tutti i sondaggi ha un distacco netto in doppia cifra rispetto al Partito Conservatore guidato da Pierre Poilievre – alla cocente sconfitta subita nelle ultime elezioni suppletive nel distretto di Toronto-St. Paul, una circoscrizione tradizionalmente liberale persa in malo modo dopo le dimissioni dell’ex ministro Carolyn Bennett.

E questa situazione di grande instabilità assume un ulteriore significato in vista del prossimo voto suppletivo, in programma nel distretto di LaSalle—Émard—Verdun a Montreal: sin dalla sua creazione nel 2015, gli elettori di questo collegio federale hanno sempre eletto un rappresentante del Partito Liberale. I sondaggi degli ultimi giorni danno la candidata liberale, l’italocanadese Laura Palestini, in lieve vantaggi su quello del Bloc Quebecois Louis-Philippe Sauvé, mentre sembrano fuori dai giochi il neodemocratico Craig Sauvé e il conservatore Louis Ialenti.

Secondo alcuni analisti, un’eventuale sconfitta nel distretto rimasto orfano del ministro David Lametti potrebbe rappresentare l’ultimo fatale colpo alla leadership di Trudeau.

Fino a questo momento, nonostante i mugugni che arrivano dalla base liberale e dall’esterno, all’interno del partito non è nata nessuna posizione ufficiale che chieda la sostituzione del leader: ma una potenzialmente clamorosa sconfitta a LaSalle—Émard—Verdun potrebbe spingere lo stesso primo ministro al fatidico passo indietro.

Ma per ora l’ipotesi di perdere anche questo distretto non viene presa nemmeno in considerazione dell’entourage del primo ministro, che sulla vittoria a Montreal si gioca la sua credibilità politica di fronte all’interno elettorato canadese.

More Articles by the Same Author: